Guerra in Medio Oriente: affondo di Israele al sud di Gaza

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Continua il conflitto in Medio Oriente e Israele estende la sua offensiva nel sud di Gaza a caccia dei battaglioni di Hamas in quell’area anche se l’esercito continua a colpire duramente anche il nord e il centro dell’enclave palestinese per eliminare le residue sacche di resistenza dei miliziani.

La notte scorsa sono stati 200 gli attacchi contro obiettivi di Hamas. In serata sono saltate le comunicazioni in tutta la Striscia mentre a Gaza City l’agenzia palestinese Wafa ha denunciato la morte di almeno “50 persone” in raid che hanno coinvolto due scuole piene di sfollati.

James Elder, portavoce dell’Unicef, l’Agenzia delle Nazioni Unite per l’infanzia, ha affermato che nel sud di Gaza dalla ripresa delle operazioni militari di Israele cadono bombe “ogni 10 minuti”. In particolare il portavoce ha descritto l’ospedale al-Nasser a Khan Yunis come una “zona di guerra”.

Dal canto suo la presidente della Croce Rossa Mirjana Spoljaric arrivata ieri a Gaza ha definito la “sofferenza” della popolazione “intollerabile” ma non ha perso di vista il dramma degli ostaggi israeliani chiedendone la liberazione. Poi ha ribadito l’appello “urgente per la protezione dei civili in linea con le leggi di guerra e per l’ingresso degli aiuti umanitari senza difficoltà”. Spoljaric ha quindi chiesto che la Croce Rossa possa “visitare in sicurezza gli ostaggi israeliani” di cui ha invocato l’immediato rilascio. Proprio sullo spinoso tema degli ostaggi, le loro famiglie hanno chiesto a Benyamin Netanyahu di “ritornare subito ai negoziati” con Hamas “senza ritardi e ad ogni costo” ed hanno ottenuto di incontrare domani il premier.

Nella Striscia – secondo i dati diffusi dal ministero della Sanità di Hamas che non distingue tra civili e miliziani – i morti sono saliti a 15.899, di cui il 70% minori e donne. “Una carneficina”, l’ha definita l’Alto rappresentante Josep Borrell in apertura dei lavori della 25ma edizione del Forum Ue-Ong sui diritti umani, suscitando le contestazioni di una parte dei presenti che ha deciso di lasciare la sala in segno di protesta.