Israele commemora il 7 Ottobre, Meloni: “pagina buia”. Massima allerta a Roma

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Oggi gli israeliani commemorano il secondo anniversario dell’attacco del 7 ottobre al Nova Festival, nel deserto del Negev, da parte di miliziani palestinesi. Nell’assalto furono uccise 1.250 persone e ne furono rapite circa 250. Le famiglie delle vittime si recheranno oggi proprio lì e osserveranno un minuto di silenzio. Gli israeliani si riuniranno anche in diverse località del Paese per ricordare il giorno dell’attacco. A Roma blindato il ghetto e gli altri luoghi della cultura ebraica. Intanto a Sharm el-Sheik seconda giornata di colloqui per arrivare ad una soluzione del conflitto.

A due anni esatti dal 7 ottobre che innescò la guerra tra Hamas e Israele, si è chiuso il primo round dei negoziati in Egitto che si vorrebbero decisivi per il raggiungimento di una tregua a Gaza. Oggi seconda tappa dei colloqui indiretti tra Hamas e Israele. Donald Trump ha definito “molto positivo” l’atteggiamento di Benjamin Netanyahu in merito all’accordo su Gaza. Il presidente americano ha poi aggiunto che Hamas sta acconsentendo a punti “molto importanti”. La Casa Bianca spinge affinché si chiudano in fretta le trattative con un esito positivo.

Tante le dichiarazioni politiche in questo giorno di commemorazione a partire dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni: “La violenza di Hamas ha scatenato una crisi senza precedenti in Medio Oriente. La reazione militare di Israele è andata oltre ogni principio di proporzionalità, e sta mietendo troppe vittime innocenti tra la popolazione civile di Gaza”. La Meloni ha quindi ribadito il sostegno al piano di pace di Trump: “Il Piano presentato dal Presidente Trump – che ha incontrato il convinto sostegno non soltanto delle Nazione europee, ma anche dei Paesi arabi e islamici – offre una opportunità che non deve andare sprecata, per giungere a una cessazione permanente delle ostilità, riportare a casa gli ostaggi ancora nelle mani di Hamas e avviare un processo verso un quadro di pace e di sicurezza in tutto il Medio Oriente”.

Tajani: “la pace cambierebbe il futuro di tutta la regione”. Per il vicepremier quello di oggi è un giorno “di dolore” per le vittime e “di angoscia per gli ostaggi”, ma anche “di speranza per la pace che forse finalmente si profila all’orizzonte”. Una pace, ha sottolineato in un articolo su ‘Il Foglio, “che è ancora legata a un filo, ma se si realizzasse sarebbe davvero una svolta storica. Non significherebbe soltanto la fine dei combattimenti, la liberazione degli ostaggi e la possibilità di soccorrere più efficacemente i civili di Gaza: aprirebbe la strada a un ribaltamento del futuro dell’intero Medio Oriente”.

Ursula von der Leyen: “Onoriamo memoria lavorando per la pace”. Via X la presidente della Commissione Ue ribadisce: “Non dimenticheremo mai l’orrore degli attacchi di Hamas del 7 ottobre e il dolore che hanno causato alle vittime innocenti, alle loro famiglie e all’intero popolo di Israele, due anni fa. Onoriamo la loro memoria lavorando instancabilmente per la pace. Il rilascio immediato di tutti gli ostaggi e un cessate il fuoco sono ora a portata di mano. Questa opportunità non deve essere persa”. La von der Leyen ha quindi esortato “tutte le parti ad impegnarsi costruttivamente nei colloqui a Sharm el-Sheikh, nel contesto del piano proposto dal presidente degli Stati Uniti. Questo momento deve essere colto per aprire la strada a una pace duratura nella regione, basata sulla soluzione a due stati”.