Salman Rushdie senza ventilatore, riesce a parlare. Condanne da tutto il mondo per l’attentato

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Sono ore di angoscia per le condizioni di salute di Salman Rushdie, lo scrittore 75enne accoltellato tre volte al collo e quattro all’addome durante un festival letterario nello Stato di New York. La notte scorsa Rushdie è stato staccato dal ventilatore e riesce a parlare, ma le sue condizioni restano critiche e rischia di perdere l’occhio destro. Dopo l’aggressione il suo agente Andrew Wylie, aveva parlato anche di danni al fegato e ai nervi di un braccio.

L’aggressore di Rushdie, il 24enne Hadi Matar, è stato subito fermato ed è comparso in tribunale sabato, dichiarandosi ‘non colpevole’. Per il procuratore distrettuale Jason Schmidt si è trattato di “un attacco mirato e premeditato”. Matar, secondo l’accusa, aveva programmato tutto, riuscendo ad ottenere un pass in anticipo per l’evento e arrivando un giorno prima con un documento falso. Il giudice ha disposto l’arresto di Matar senza cauzione. Il 24enne è nato in New Jersey da genitori libanesi, ma sembra essere vicino all’estremismo sciita e ai pasdaran iraniani.

Intanto sale la polemica sulla mancanza di protezione per Rushdie, che vive da oltre 30 anni sotto la minaccia dell’estremismo islamico. Secondo una prima ricostruzione di quelle ore, a bloccare l’aggressore sarebbero state le persone presenti nella sala del Chautauqua Institution, prima dell’arrivo degli agenti. Molti dei presenti hanno raccontato che all’ingresso non erano presenti né metal detector né controlli delle borse. In sala inoltre solo due agenti si occupavano della sicurezza, uno dei quali alla fine è riuscito ad arrestare Matar.

Sullo scrittore grava la condanna a morte emessa dall’ayatollah iraniano Khomeini nel 1989 per la pubblicazione del romanzo “I Versi satanici”, ispirato alla vita del profeta Maometto. Il libro è suddiviso in nove capitoli, in cui si alterna il racconto delle vicende di due musulmani indiani scampati a un disastro aereo e la rivisitazione romanzesca di alcuni aspetti della cultura islamica. Simboli del ‘Bene’ e del ‘Male’ i due protagonisti, Gibreel Farishta e Saladin Chamcha, si affronteranno in una lotta senza esclusione di colpi destinata a protrarsi in eterno, fino all’improvvisa apparizione divina del profeta Mahound. Il titolo fa riferimento ai versetti satanici, un gruppo di versi del Corano che menziona le tre divinità pagane della Mecca (Allāt, Al-Uzza e Manāt), basandosi sui resoconti storici di al-Waqidi e al-Tabari.

Condanne da tutto il mondo per l’attentato. La Casa Bianca ha definito “orribile” l’attacco avvenuto su suolo americano e ha fatto sapere che prega per Rushdie. Il presidente americano Joe Biden in una nota, ha ribadito che “Salman Rushdie, con la sua visione dell’umanità, con il suo impareggiabile senso per la storia, con il suo rifiuto di essere intimidito o messo a tacere, rappresenta ideali essenziali e universali: Verità. Coraggio. Resilienza”. “Oggi – ha aggiunto Biden -riaffermiamo il nostro impegno nei confronti di quei valori profondamente americani in solidarietà con Rushdie e tutti coloro che sostengono la libertà di espressione”,

Dopo il premier britannico Boris Johnson e il presidente francese Emmanuel Macron, a prendere posizione è anche la redazione del periodico satirico francese Charlie Hebdo, a sua volta duramente colpito dal terrorismo islamico nel 2015, con un attacco che fece 12 morti nel gennaio 2015, per le sue satire sull’Islam.

“Nulla giustifica una fatwa, una condanna a morte” fa sapere il direttore Laurent Sourisseau. Secondo il giornalista e fumettista, “la libertà di pensiero, di riflettere e di esprimersi non ha alcun valore per Dio e i suoi servitori. E nell’Islam, la cui storia è stata sovente scritta nella violenza e la sottomissione, questi valori molto semplicemente non hanno un posto, in quanto sono una minaccia alla sua presa sulle anime”.

Per Sourisseau anche un ‘testo irrispettoso’ verso l’Islam, non giustificherebbe comunque una fatwa: “Ebbene no, va ripetuto ancora una volta che nulla, assolutamente nulla giustifica una fatwa, una condanna a morte, di chiunque e per qualunque cosa”, scrive Riss nella nota, augurandosi che Rushdie smetta di vivere nascosto, come fa dal 2002, e ritrovi una vita normale.