Ucraina, prosegue l’evacuazione da Mariupol, primi arrivati a Zaporizhzhia. Papa: pronto ad andare a Mosca

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La guerra flagella l’Ucraina da ormai 69 giorni. La tensione a Mariupol è esmpre altissima: nuovi bombardamenti sull’acciaieria Azovstal hanno fatto scoppiare un grosso incendio. E’ attesa per questa mattina la ripresa delle operazioni di evacuazione dei civili dalla città portuale mentre i primi fatti uscire dall’acciaieria  sono arrivati nella tarda serata di ieri a Zaporizhzhia.  Ancora missili anche su Odessa dov’ è stata colpito una chiesa provocando la morte di un 15enne.

Intanto il presidente ucraino Zelensky sottolinea la posizione di Kiev sui negoziati: “Neutralità solo se Mosca lascia la Crimea” e  puntualizza: “Non conduciamo operazioni militari in territorio russo”. E secondo fonti ucraine, l’Ungheria sarebbe stata informata in anticipo dalla Russia della sua volontà di invadere l’Ucraina. A scriverlo è il Kyiv Independent citando il capo del Consiglio di Sicurezza ucraino, Oleksiy Danilov. Il giornale ucraino fa notare come il primo febbraio scorso il premier ungherese Viktor Orban si sia recato a Mosca in visita da Vladimir Putin.

Papa Francesco si dice intanto pronto ad andare a Mosca. “Putin non si ferma, voglio incontrarlo” ha detto il Pontefice In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera in cui specifica di non aver però ancora avuto risposta dal leader del Cremlino. Bergoglio non sa dire cosa abbia provocato l’escalation militare: probabilmente, spiega, “l’abbaiare della Nato alla porta della Russia” ha portato Putin a scatenare il conflitto. Poi una riflessione sulla corsa agli armamenti in Ucraina: “Non so rispondere. La cosa chiara è che le guerre si fanno per questo: per provare le armi che abbiamo prodotto”.

E fanno ancora discutere le parole del ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov su Rete 4, un “comizio”, lo ha definito il premier Draghi che ha parlato di concetti “aberranti”. “Il mondo deve opporsi a questa retorica vile e pericolosa e sostenere i nostri partner ucraini di fronte al feroce assalto del Cremlino”, ha scritto invece su Twitter il segretario di Stato americano Antony Blinken, ripostando un tweet del ministro degli Esteri israeliano Yair Lapid che condannava le frasi antisemite di  Lavrov.