Usa, polizia uccide giovane afroamericano: proteste a Memphis

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Scene da guerriglia urbana a Memphis, in Tennessee, dopo l’uccisione da parte di un agente della task force regionale dei Marshals, un’agenzia federale di polizia penitenziaria, di un ragazzo afroamericano.

Brandon Webber, 20 anni, scrive il quotidiano locale Daily Memphian, sarebbe stato raggiunto da venti colpi d’arma da fuoco, a Frayser, un quartiere operaio della città. E’ quanto avrebbero raccontato il cugino della vittima e alcuni testimoni, ma la ricostruzione della vicenda viene contestata dalla polizia.

La portavoce del Tennessee Bureau of Investigation Keli McAlister ha detto che la Gulf Coast Regional Fugitive Task Force dei Marshals era andata in una casa di Frayser per cercare un sospettato sul quale pendevano diversi mandati di cattura. Gli agenti hanno visto un uomo entrare in un’auto e poi uscirne armato rivolgendosi minacciosamente contro le auto dei federali. A quel punto hanno aperto il fuoco. McAlister non ha spiegato quanti agenti hanno sparato o quanti colpi.

L’omicidio del giovane ha scatenato le proteste dei cittadini che si sono radunati nella notte tra mercoledì e giovedì e hanno lanciato pietre e mattoni contro le forze dell’ordine: al momento il bilancio è di 25 agenti e due giornalisti feriti e tre persone arrestate. Diverse macchine della polizia sono state danneggiate, oltre alle finestre di una caserma dei pompieri.

“Voglio essere chiaro – ha dichiarato il sindaco della città, Jim Strickland, secondo quanto riporta il Washington Post – L’aggressione subita stanotte dai nostri ufficiali è ingiustificata. Sono impressionato dalla professionalità degli agenti che hanno sopportato il lancio di pietre e gli sputi”.

Quello che ha visto protagonista Brandon Webber è solo l’ultimo degli episodi di violenza ad opera di agenti della polizia. Solo nei primi 6 mesi dello scorso anno sono state oltre 500 le persone uccise dalle forze dell’ordine negli Stati Uniti. Nel 2018, dopo la morte di un uomo durante un controllo a Chicago si sono verificate  forti proteste in città. Negli Usa i precedenti analoghi, quasi sempre con vittime afroamericane, sono tantissimi. Uno dei casi più eclatanti è stato quello di Trayvon Martin, 17enne di colore ucciso in Florida il 26 febbraio del 2012.