Caso Almasri: indagata la capo gabinetto del ministro Nordio: avrebbe mentito ai pm

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Giusi Bartolozzi col ministro Nordio

La capo di gabinetto del ministero della Giustizia Giusi Bartolozzi è indagata dalla Procura di Roma nell’ambito del caso del generale libico Almasri, arrestato e poi rimpatriato a Tripoli dall’Italia lo scorso gennaio, con un volo dei servizi. Il comandante, come noto, è accusato dalla Corte penale internazionale di crimini contro l’umanità. Nell’atto con cui il tribunale dei ministri ha chiesto al Parlamento l’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro della Giustizia Carlo Nordio, del capo del Viminale Matteo Piantedosi e del sottosegretario Alfredo Mantovano, il ruolo di Bartolozzi è apparso subito centrale. Il tribunale dei ministri ha infatti giudicato la versione dei fatti fornita da Bartolozzi “inattendibile e mendace“.

Per questa ragione, la procura di Roma ha iscritto la capa di gabinetto di via Arenula nel registro degli indagati, contestandole l’accusa prevista all’articolo 371 bis del codice penale, ossia false informazioni al pubblico ministero o al procuratore della Corte penale internazionale. Nordio in passato aveva difeso la capo di gabinetto e, secondo indiscrezioni, questa resta la sua linea. “Massima solidarietà”, ha commentato Nordio nelle ultime ore. Il provvedimento, secondo quanto è stato possibile ricostruire, è stato notificato a Bartolozzi nei giorni scorsi anche se l’iscrizione risalirebbe ad agosto, vale a dire pochi giorni dopo l’invio degli atti da parte del tribunale dei ministri al procuratore della Capitale, Francesco Lo Voi.

La notizia è emersa alla vigilia della nuova seduta della Giunta per le autorizzazioni, prevista per oggi, mercoledì, nel corso della quale il relatore Gianassi illustrerà la relazione introduttiva sulle richieste per i due ministri e per l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica. Fonti riferiscono di un incontro tra Bartolozzi e Nordio al ministero della Giustizia. Con il Guardasigilli che ha ribadito la fiducia nei suoi confronti. “Esprimo la mia piena e incondizionata solidarietà al mio Capo di Gabinetto. La dottoressa Giusi Bartolozzi – prosegue – ha sempre agito nella massima correttezza e lealtà, informandomi tempestivamente ed esaurientemente delle varie fasi della vicenda Almasri e di tutti gli aspetti ad essa relativi. Sulla base di questi ho fondato le mie valutazioni”.

Nel documento di circa 100 pagine i magistrati affermano che la versione fornita da Bartolozzi “è intrinsecamente contraddittoria“, perché da un lato dice di aver informato il ministro subito dopo aver avuto la notizia dell’arresto di Almasri e dall’altro di non aver ritenuto opportuno di sottoporgli la bozza predisposta dai tecnici per rispondere alle richieste giunte in merito al fermo. Non è escluso che possa aprirsi un dibattito sulla possibile estensione dell’immunità all’alto dirigente e che la maggioranza provi a spingere su questa strada. Un tema complesso legato in primo luogo al tipo di fattispecie non concorsuale contestato a Bartolozzi. Una posizione su cui il tribunale dei ministri non è intervenuto lasciando alla Procura la valutazione sull’iscrizione nel registro.