Caso Garlasco, è contaminato il dna di ignoto 3. I legali di Stasi: “Errore clamoroso”


Il dna di “ignoto 3” è stato contaminato accidentalmente con quello di un altro cadavere. È il nuovo colpo di scena relativo al delitto di Garlasco, con le indagini sull’omicidio di Chiara Poggi che proseguono tra un giallo e l’altro. E mentre viene resa nota la “novità”, il consulente della difesa di Alberto Stasi, il genetista Ugo Ricci, parla di un “errore clamoroso”. E aggiunge: “È preoccupante per i cittadini che possano succedere queste cose”.
Ma i fatti dicono questo. E la Procura, con una nota, chiarisce cosa sta accadendo. “A seguito del rinvenimento di un profilo genetico sconosciuto su una garza, utilizzata 18 anni fa dal medico legale per il prelievo di materiale biologico dalla bocca della vittima, la Procura di Pavia ritenendo possibile una contaminazione con precedenti esami autoptici, ha disposto approfondimenti specifici”, spiega la nota della procura di Pavia a proposito del risultato delle analisi comparative effettuate dai genetisti Carlo Previderè e Pierangela Grignani. Il risultato della comparazione fatta con “preparati istologici” di cinque maschi la cui autopsia è stata fatta in concomitanza con quella di Chiara Poggi “ha evidenziato una concordanza degli alleli in relazione al soggetto identificato dal codice anonimo 153E”.
Intanto per gli avvocati Giada Bocellari e Antonio De Rensis, legali di Alberto Stasi, la scoperta della contaminazione di quel Dna sulla garza usata per l’autopsia sul corpo di Chiara Poggi è uno “di questi gravissimi fatti” che “compromettono in radice le valutazioni svolte nel processo a carico di Stasi e sono già di per sé idonei ad ottenere una revisione della sua condanna”. “Come più volte ricordato dalla difesa di Stasi – spiegano i legali – la natura del Dna rinvenuto sulla garza andava verificato con estrema attenzione e anzitutto andava esclusa la contaminazione con tutti i confronti possibili”. Per i legali, “i diligenti accertamenti svolti dalla Procura di Pavia ed il relativo esito evidenziano un fatto gravissimo che, a prescindere dalle ulteriori iniziative che si valuteranno di assumere, dimostra, ancora una volta, la totale inaffidabilità degli accertamenti svolti nel 2007, che si somma a tutti gli ulteriori errori commessi ed emersi negli ultimi mesi”.