Covid, al via le nuove regole. Dal Cdm: altri 10 giorni mascherine all’aperto e discoteche chiuse

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In vigore da oggi in Italia le nuove regole sulla durata e l’utilizzo del Green pass e rischio sanzioni per gli over 50, circa un milione e 680mila persone, che ancora non hanno ricevuto alcuna dose di vaccino. Fino al 15 giugno ci si dovrà attenere a quanto disposto dal Governo nella road map contenuta nel decreto approvato a inizio del mese e definito poi nel Dpcm del 21 gennaio.

Da oggi per accedere a tutte le attività commerciali non essenziali servirà la certificazione verde, la cui durata si riduce da nove a sei mesi.  Entra in vigore anche la regola che prevede  multe per gli ultracinquantenni  che non si sono sottoposti al vaccino obbligatorio, mentre dal 15 febbraio rischieranno la sospensione dal lavoro.

Intanto, dopo un Cdm flash, il governo conferma per altri 10 giorni l’obbligo di mascherina all’aperto anche in zona bianca, la chiusura delle discoteche e il divieto di feste e concerti all’aperto. Una misura interlocutoria che fa felici soprattutto i gestori delle discoteche. “Fateci riaprire per San Valentino”, aveva chiesto ieri il leader del Silb, il sindacato dei gestori dei locali, Gianni Indino.

Un nuovo vertice dei ministri è convocato già per domani: dovrebbe arrivare un nuovo decreto Covid, con il quale, oltre a dare copertura normativa all’ordinanza per le mascherine e le discoteche, si affronterà il problema delle quarantene a scuola, fino al sistema dei colori e alla durata del green pass per chi ha fatto il booster.

Altro fronte quello che riguarda l’agenda dettata dal Pnrr: “Il prossimo Consiglio dei ministri sarà dedicato a una puntuale ricognizione della situazione relativa ai principali obiettivi Pnrr del primo semestre dell’anno”, ha annunciato il premier Draghi, sottolineando che “l’erogazione della seconda rata, in scadenza al 30 giugno 2022, presuppone il conseguimento di 45 traguardi e obiettivi per un contributo finanziario e di prestiti pari a 24,1 miliardi di euro“.

Predica intanto cautela il ministro della Salute Roberto Speranza. “Dobbiamo restare prudenti e con i piedi per terra, ma possiamo iniziare a progettare una fase nuova” dice, avvertendo che è  prematuro ipotizzare una revoca dello stato di emergenza il prossimo 31 marzo: “Tra due mesi si vedrà”.