Covid, l’Iss: epidemia in fase acuta, il virus corre veloce

Non usa mezzi termini l’Istituto Superiore di Sanità: “Si assiste a un’accelerazione nell’evoluzione dell’epidemia, ormai entrata in una fase acuta con aumento progressivo nel numero dei casi” e con “evidenze di criticità nei servizi territoriali ed aumenti nel tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e area medica che rischiano, in alcune Regioni/PA, di raggiungere i valori critici nel prossimo mese”.

Lo rileva il monitoraggio settimanale condotto proprio dall’Iss con il ministero della Salute. Per questo “Si fa appello alla popolazione di rispettare con coscienza e precisione tutte le norme di precauzione previste”.

Si raccomanda in particolare di rispettare il distanziamento fisico e l’uso corretto e appropriato delle mascherine e inoltre “di evitare quanto più possibile situazioni che possano favorire la trasmissione quali aggregazioni spontanee e programmate per evitare un ulteriore peggioramento che potrebbe richiedere restrizioni territorialmente diffuse”.

Il virus oggi circola in tutto il Paese” e a livello nazionale l’indice di contagiosità Rt è di 1,17, calcolato sui casi sintomatici, rileva il monitoraggio relativo al periodo fra il 5 e l’11 ottobre.

Intanto sono dieci le Regioni con un rischio definito “alto” per la tenuta delle terapie intensive: si tratta dell’Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Puglia, Sardegna, Toscana, Umbria e Valle d’Aosta. Secondo il Monitoraggio del ministero della Salute e Iss queste Regioni hanno una probabilità di superare la soglia del 30% delle terapie intensive occupate da pazienti Covid nel prossimo mese, da alta a massima. Le Regioni a rischio più alto per questo parametro sono la Lombardia e la Liguria.