Lo hanno ucciso dopo averlo addormentato prima con un blister di medicinali nella limonata; poi con due iniezioni di insulina. È quanto rivela Lorena Venier, la donna che a Gemona ha ucciso e sezionato in più parti il corpo del figlio di 35 anni. A rivelare altri dettagli della macabra vicenda è la donna stessa, ascoltata dagli inquirenti. Secondo quanto raccontato, la nuora chiedeva di uccidere il 35enne da almeno sei mesi.
Ed è proprio su questo punto che inquirenti vogliono vederci chiaro. Perché il ruolo della moglie di Alessandro Venier non sembra essere del tutto limpido. “Mailyn mi chiedeva di uccidere mio figlio Alessandro da mesi, fin dal giorno della nascita della loro bambina, a gennaio” avrebbe detto Lorena Venier nel corso della lunga confessione legata al delitto nei confronti del figlio. “Mailyn veniva picchiata con violenza, insultata e più volte minacciata di morte – ha spiegato ancora la donna – Mio figlio minimizzava la sua depressione post partum, quando ho deciso di denunciarlo, mi ha tirato un pugno alla schiena”, ha riferito ancora agli inquirenti.
Poi, sono emersi anche altri macabri dettagli legati al delitto. “Abbiamo deciso di ucciderlo addormentandolo: ho svuotato un intero blister di medicinali nella limonata, ma non è stato sufficiente. A quel punto, gli ho fatto due iniezioni di insulina, visto che non si addormentava del tutto. Le avevo in casa da circa 5 anni. Le avevo prelevate dal luogo dove lavoro, perché all’epoca avevo deciso di utilizzarle per uccidermi”. Questi altri particolari raccontati da Lorena Venier, l’infermiera di 61 anni che ha ucciso e fatto a pezzi il figlio Alessandro, di 35 anni. Le sue parole sono arrivate nel corso dell’udienza di convalida dell’arresto di fronte al Gip del Tribunale di Udine.