E’ di Saman Abbas il cadavere ritrovato a Novellara. Identificata da una anomalia dentaria

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Gli inquirenti ora non hanno più dubbi: il corpo ritrovato a Novellara lo scorso 18 novembre è della giovane Saman Abbas. La 18enne pakistana era scomparsa da casa nella notte del 30 aprile 2021 e il suo corpo, con ancora i vestiti che indossava nelle ultime immagini riprese dalle telecamere la stessa notte della sua scomparsa, è stato rinvenuto il 27 novembre a settecento metri dalla sua abitazione. A indicare il luogo dell’occultamento era stato Danish Hasnain, lo zio della ragazza, ritenuto dagli investigatori l’esecutore materiale del delitto.

L’avvocato Barbara Iannucelli, che assiste l’associazione Penelope ed è parte civile nel processo che a febbraio inizierà a carico di cinque familiari della giovane pachistana, ha dichiarato: “È stata identificata da un’anomalia dentaria, grazie a foto e video. L’osso ioide è fratturato nella parte sinistra e sono necessari accertamenti istologici per stabilire se pre o post mortem. La frattura dell’osso, nella parte anteriore del collo, avvalorerebbe l’ipotesi di strangolamento, come aveva detto anche il fratellino durante l’incidente probatorio”. Non sono però concluse le indagini sul cadavere: saranno infatti nominati un genitista, per i riscontri sul Dna e un tossicologo.

Saman Abbas era ancora minorenne quando rifiutò un matrimonio combinato dalla sua famiglia e si rivolse ad una struttura di accoglienza. Al compimento della maggiore età, però, era rientrata per un periodo dalla famiglia a Novellara, con l’idea di farsi consegnare dal padre i suoi documenti e vivere la propria vita con un fidanzato conosciuto in Italia. Ma la notte del 30 aprile, secondo l’accusa, i familiari avrebbero decretato la sua fine, assassinandola e poi sotterrando il suo corpo vicino ad un rudere a poche centinaia di metri dalla sua abitazione.

Per il suo omicidio sono imputati lo zio Danish Hasnain, i cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq (tutti e tre in carcere), il padre Shabbar Abbas (arrestato un mese fa in Pakistan, dove si è in attesa dell’udienza che decida sull’estradizione) e la madre Nazia Shaheen (ancora latitante in Patria). Devono tutti rispondere di omicidio premeditato in concorso, sequestro di persona e soppressione di cadavere.