Esplode un’auto a Vibo Valentia, un morto e un ferito. Indaga l’antimafia

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Matteo Vinci è morto a Limbadi, nel Vibonese, nello scoppio dell’auto che stava guidando. L’uomo, 42 anni, era candidato alle ultime elezioni comunali nella lista “Limbadi libera e democratica”. La deflagrazione sarebbe stata provocata da una bomba collocata sotto la vettura e forse azionata da un radiocomando.

Con lui era presente il padre settantenne, rimasto ferito nello scoppio e attualmente ricoverato in ospedale. Secondo le prime ricostruzioni, l’ordigno avrebbe fratturato le gambe di Vinci, impedendogli di uscire dall’auto, nel giro di pochi minuti completamente consumata dalle fiamme. A dare l’allarme è stato il padre dell’uomo, che dopo l’esplosione ha chiamato la moglie chiedendole di avvertire i soccorsi. Sul posto sono immediatamente arrivati i Vigili del fuoco e i carabinieri. E i primi rilievi non hanno lasciato alcun dubbio. A far esplodere l’auto, una Ford Fiesta a metano, non è stato un malfunzionamento nell’impianto di alimentazione, ma una bomba.

Un attentato, dunque, e non un fatto accidentale compiuto, peraltro, con una tecnica criminale che riporta direttamente alla ‘ndrangheta ed alle sue articolazioni sul territorio più efferate e sanguinarie.