Tragedia migranti: almeno 60 morti in mare. Erano partiti dalla Libia sette giorni fa

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Ancora una strage nel Mediterraneo: almeno 60 migranti che erano partiti da Zawiya, in Libia, circa 7 giorni fa sono morti durante il viaggio. A raccontarlo sono i 25 sopravvissuti della Ocean Viking, la nave di Sos Méditerranée, che ieri li ha soccorsi nel Mediterraneo centrale.

“Il motore si è rotto dopo 3 giorni, lasciando il gommone alla deriva e i migranti senza acqua e cibo” scrive la Ong in un tweet. Tra le vittime c’era almeno un bambino.  Tra i superstiti, due sono stati evacuati dalla Guardia costiera italiana nella notte e trasportati in ospedale in Sicilia. Stando a quanto riporta Sos Mediterranée, i due superstiti sono svenuti a bordo della nave e il personale medico a bordo non è riuscito a rianimarli: è dunque scattata la procedura di evacuazione medica da parte della Guardia costiera.
Il portavoce Oim per il Mediterraneo Flavio Di Giacomo su X scrive: “Netta la condanna dell’inadeguatezza della macchina dei soccorsi in mare da parte dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni. Il sistema di soccorso in mare è ancora ampiamente insufficiente. Siamo profondamente turbati dalla notizia del naufragio. E’ necessaria un’azione urgente per rafforzare i pattugliamenti marittimi e prevenire ulteriori tragedie”.
Intanto a poco più di un anno dalla strage di Cutro (era il 26 febbraio 2023) in cui morirono 94 persone, la Corte di giustizia europea, su parere dell’avvocato generale, non ha accolto la domanda pregiudiziale d’urgenza avanzata dalla Corte di Cassazione sull’applicazione del decreto Cutro. La decisione è del 26 febbraio scorso ed è resa nota dall’avvocata Rosa Emanuela Lo Faro, legale di migranti trattenuti a Pozzallo che ora – spiega – ha due mesi di tempo per presentare una memoria, poi i giudici fisseranno la data dell’udienza.
Al centro del procedimento pendente davanti la Corte di giustizia europea c’è la richiesta, dell’8 febbraio scorso, delle Sezioni Unite Civili della Cassazione, in tema di migranti provenienti da Paesi sicuri che, accogliendo la richiesta del Pg, ha emesso due ordinanze interlocutorie con le quali ha chiesto ai giudici Strasburgo di pronunciarsi in via d’urgenza sulla garanzia finanziaria di circa 5mila euro che un richiedente asilo deve versare per evitare di essere trattenuto in un centro alla frontiera in attesa dell’esito dell’iter della domanda di protezione.