Il Mondo di Mezzo non è un’associazione mafiosa. Necessario un nuovo processo

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La Corte di Cassazione, ribaltando il verdetto d’appello, ha stabilito che Mondo di mezzo non è Mafia Capitale. L’organizzazione a delinquere capeggiata dall’ex Nar Massimo Carminati e dall’ex ras delle Cooperative Salvatore Buzzi non è stata un’associazione di stampo mafioso ma un’associazione a delinquere ‘semplice’. Di conseguenza, la pena andrà ricalcolata. Ci sarà infatti un nuovo processo d’appello, davanti ad una sezione diversa da quella che aveva ipotizzato le mani della mafia su Rom, ossia la sesta sezione penale della Cassazione che aveva al vaglio la posizione di 32 imputati, di cui 17 condannati dalla Corte d’Appello di Roma, lo scorso anno, a vario titolo per mafia.

Tra questi, oltre a Carminati e a Buzzi (condannati rispettivamente a 14 anni e 6 mesi e a 18 anni e quattro mesi), anche Luca Gramazio, ex capogruppo Pdl alla Regione Lazio (8 anni e 8 mesi), e Franco Panzironi, ex a.d. di Ama (8 anni e 4 mesi). Per tutti ci sarà dunque un nuovo processo. Inoltre, per quanto riguarda Buzzi, la Cassazione lo ha assolto da due delle accuse contestategli, di turbativa d’asta e corruzione, mentre per Carminati cade anche un’accusa di intestazione fittizia di beni. In conseguenza della riqualificazione del reato in associazione a delinquere semplice, la Cassazione ha pure annullato alcuni risarcimenti alle parti civili, tra cui alcune associazioni antimafia.

“Questa sentenza conferma comunque il sodalizio criminale. È stata scritta una pagina molto buia della storia di questa città. Lavoriamo insieme ai romani per risorgere dalle macerie che ci hanno lasciato, seguendo un percorso di legalità e diritti. Una cosa voglio dire ai cittadini onesti: andiamo avanti a testa alta” ha commentato, amara, la sindaca di Roma Virginia Raggi.

Sono stati eseguiti nella notte dai carabinieri del Ros e del comando provinciale di Roma gli arresti di 9 dei 32 imputati di Mafia Capitale, condannati in via definitiva dalla Cassazione. In carcere sono finiti Mirko Coratti, Andrea Tassone, Giordano Tredicine, Sandro Coltellacci, Franco Figurelli, Guido Magrini, Mario Schina, Claudio Turella e Marco Placidi.

Gli ex esponenti del Pd Tassone e Coratti dovranno scontare una pena residua di oltre tre anni. In particolare per loro due è stata applicata la legge ‘Spazzacorrotti’. L’ex presidente dem dell’Assemblea capitolina Coratti dovrà quindi scontare una pena residua di 3 anni, 7 mesi e 6 giorni di reclusione, con pena accessoria di interdizione dai pubblici uffici per 5 anni e incapacità di contrarre con la p.a. per 4 anni e 6 mesi.

L’ex presidente del X Muinicipio Tassone dovrà invece scontare una pena residua di 3 anni, 11 mesi e 16 giorni di reclusione con pena accessoria di interdizione perpetua dai pubblici uffici, incapacità di contrarre con la p.a. per 5 anni e interdizione legale durante l’esecuzione della pena.

Giordano Tredicine, ex consigliere comunale del Pdl, deve scontare una pena residua di un anno, 9 mesi e 5 giorni. Nei suoi confronti una pena accessoria di incapacità di contrattare con la pa per due anni e sei mesi.

Sandro Coltellacci deve scontare una pena residua di 2 anni, 10 mesi e 2 giorni di reclusione con una pena accessoria di interdizione dai pubblici uffici e incapacità di contrarre con la p.a. per 5 anni mentre Franco Figurelli ha una pena residua di 2 anni, 10 mesi e 3 giorni di reclusione con pena accessoria di interdizione dai pubblici uffici e incapacità di contrarre con la p.a. per 5 anni e l’estinzione del rapporto di pubblico impiego.

Guido Magrini deve scontare una pena residua di 2 anni, 2 mesi e 12 giorni di reclusione con pena accessoria di interdizione dai pubblici uffici per 5 anni e incapacità di contrarre con la p.a. per 3 anni mentre per Marco Placidi pena residua di 2 anni, 11 mesi e 13 giorni di reclusione con pena accessoria di interdizione perpetua dai pubblici uffici interdizione legale durante l’esecuzione della pena nonché l’estinzione del rapporto di impiego
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Per Mario Schina pena residua di 2 anni, 4 mesi e 24 giorni di reclusione con pena accessoria di interdizione dai pubblici uffici e incapacità di contrarre con la p.a. per 5 anni e per Claudio Turella una pena residua di 7 anni, 11 mesi e 11 giorni di reclusione con pena accessoria di interdizione dai pubblici uffici e incapacità di contrarre con la p.a.