Ondata di caldo estremo sull’Europa: triplicati i morti. Record a Milano e Roma


Dal report dunque arriva l’ennesima conferma di come il cambiamento climatico di origine antropica influisca sulle ondate di calore, facendo crescere anche il numero dei decessi. Prendendo in esame i 10 giorni super-hot tra il 23 giugno e il 2 luglio, i ricercatori sono riusciti a prevedere il bilancio delle vittime, utilizzando metodi di peer-review. Da qui la scoperta che il cambiamento climatico ha triplicato il numero di decessi legati al calore, con l’uso di combustibili fossili che ha aumentato le temperature dell’ondata fino a 4°C in tutte le città.
I ricercatori tra l’altro avvertono che le temperature delle ondate di calore continueranno ad aumentare e i futuri bilanci delle vittime saranno probabilmente più alti, finché il mondo non smetterà in gran parte di bruciare petrolio, gas e carbone e non raggiungerà emissioni nette pari a zero.
Secondo l’indagine poi, aumenti relativamente piccoli delle temperature più calde possono innescare enormi picchi di mortalità quando il caldo travolge persone con condizioni di salute di base, come malattie cardiache, diabete e problemi respiratori, come identificato in studi precedenti.
L’Italia tra i Paesi più a rischio. Dall’indagine emerge infatti che al riscaldamento globale sono imputabili 317 decessi stimati a Milano, 286 a Barcellona, 235 a Parigi, 171 a Londra, 164 a Roma, 108 a Madrid, 96 ad Atene, 47 a Budapest, 31 a Zagabria, 21 a Francoforte, 21 a Lisbona e 6 a Sassari.
Copernicus: giugno 2025 è il terzo mese più caldo mai registrato. Intanto secondo il rapporto mensile del Global Monitoring for Environment and Security, il mese di giugno appena passato, è stato il terzo più caldo a livello globale, dopo i record del 2023 e del 2024. La sua temperatura media si è attestata sui 16,46 gradi, (+ 0,47 rispetto alla media 1991-2020). Rispetto al periodo preindustriale, il mese scorso è stato di 1,3 gradi più caldo della media ed è il terzo mese negli ultimi 24 con una temperatura inferiore alla soglia simbolica, prevista dall’Accordo di Parigi, di 1,5 gradi.