Vaccino contro l’influenza, record di richieste. Medici contrari alla somministrazione a ottobre

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Dopo giorni di polemiche per via delle carenze quando ancora non era giunto al termine settembre, oggi primo ottobre comincia ufficialmente la distribuzione di migliaia di dosi di vaccino anti-influenzale nelle aziende sanitarie locali, specie in quelle di Lazio e Campania (per ora). Complice la paura del Coronavirus – e in particolare il fatto che i sintomi del Covid possano confondersi con quelli di una banale influenza – gli italiani corrono ad accaparrarsi la propria dose di vaccino contro l’influenza invernale del 2020.

La domanda è altissima, probabilmente mai lo è stata così tanto. La richiesta del vaccino ai medici di famiglia, stando ai dati diffusi dalla Federazione dei medici di Medicina generale, è già passata dal 52% del 2019 all’80-90% del 2020. Ma secondo gli esperti è estremamente importante non somministrarlo prima di novembre, perché si rischia di perdere lo scudo del vaccino prima che l’inverno sia finito.

“L’influenza arriverà un po’ prima al Nord e dopo al Sud, il picco ci sarà tra febbraio e marzo – fa notare il vicepresidente dell’Ordine dei medici di Roma Giampero Bartoletti – la copertura vaccinale massima avviene entro 3 mesi dal momento della somministrazione quindi facendolo prima di novembre si rischia di essere meno protetti. E di dover fare un richiamo”, mette in guardia. “Negli ultimi 10 anni il picco dell’influenza si è spostato più verso la primavera – aggiunge il professore – non conviene farselo somministrare già ora”.

Sul tema dei vaccini contro l’influenza stagionale è intervenuto anche il ministro della Salute Roberto Speranza, consapevole della preoccupazione diffusa tra i cittadini in una fase in cui – dopo le vacanze estive e la riapertura delle scuole – l’incremento dei contagi da Coronavirus segue un trend in stabile e graduale salita e le terapie intensive cominciano ad avere molti letti occupati. “Le Regioni hanno fatto uno sforzo enorme che è consistito in un aumento del 70% delle dosi di vaccino anti-influenzale rispetto all’anno scorso – ha detto il ministro Speranza -. Io penso che dobbiamo affrontare e risolvere nel tempo più breve possibile anche la questione delle farmacie in condivisione con le Regioni. Secondo me ci sono le condizioni”.

Ad avere diritto gratuitamente al vaccino anti-influenzale sono sicuramente tutte le fasce a rischio ma anche le persone che hanno contatti con anziani, le forze dell’ordine, il personale scolastico, gli operatori sanitari e chi assiste gli anziani. Massima adesione da parte dei medici di base a somministrare i vaccini a chi li chiede. Intanto il ministro Speranza oggi è stato in visita allo stabilimento Sanofi di Anagni, dove partirà la produzione del vaccino anti-Covid a cui stanno lavorando in collaborazione le multinazionali Sanofi e Gsk.