Willy: agghiaccianti i risultati dell’autopsia. Impossibile capire chi ha sferrato il colpo mortale

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I risultati dell’autopsia sul corpo di Willy Monteiro Duarte sono agghiaccianti e non consentono di stabilire l’esatta causa della morte e di conseguenza chi tra Marco e Gabriele Bianchi, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia, abbia sferrato il colpo mortale.

Cuore, polmoni, milza e fegato completamente distrutti, oltre all’aorta lesionata. Davanti a così tante lesioni, anche per i medici legali è difficile stabilire quale sia stata la causa esatta del decesso del giovane.

“Willy è stato vittima di un complesso traumatismo che si è realizzato con più azioni lesive”, questo scrive il medico di Tor Vergata Saverio Potenza a cui è stata affidata l’autopsia. Sul volto sono state registrate almeno sei lesioni che hanno causato anche emorragie cerebrali. I traumi più gravi sono quelli alla testa, al collo, al torace e all’addome, dai quali sono partite una serie di emorragie interne: una lesione di sette centimetri sul cuore, l’aorta toracica lesionata, i polmoni, il diaframma, la milza, il pancreas, il fegato. Nulla è rimasto intatto. Ed è molto difficile anche per i medici poter stabilire l’esatta causa della morte. Impossibile fermare le emorragie interne.

Intanto gli inquirenti continuano a raccogliere le testimonianze per cercare di capire chi ha sferrato i colpi mortali contro Willy. Quella notte a Colleferro, assieme ai fratelli Bianchi, a Pincarelli e Belleggia era stato portato in camera di sicurezza anche Vittorio Tondinelli. Era sull’Audi dei fratelli Marco e Gabriele Bianchi, con i quattro indagati, quando i carabinieri di Colleferro li hanno trovati in un bar, subito dopo quel pestaggio, e li hanno invitati a presentarsi in caserma per accertamenti.

Lui ha parlato di quanto accaduto ma non è stato fermato e la sua testimonianza non è stata raccolta. Ma ora a distanza di giorni sembra essere diventato il teste chiave per poter capire l’esatta dinamica del pestaggio. A questo si aggiungono le indagini sulle celle telefoniche. Non è escluso che nelle prossime settimane altre persone vengano sentite e nuovi nomi potrebbero finire sul registro degli indagati.