Cioni condannato per manifestazione all’Hotel Eden. PrimaNoi: “tentativo di intimidirci”

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(foto Facebook)

Nei giorni scorsi il tribunale di Vicenza ha emesso un decreto penale di condanna al portavoce del comitato di cittadini PrimaNoi, Alex Cioni,  per aver promosso una manifestazione senza averlo comunicato all’autorità di pubblica sicurezza. A comunicarlo è lo stesso Cioni.

I fatti risalgono al 17 luglio scorso, quando alcuni rappresentanti del comitato affissero sulle vetrate dell’hotel Eden di Schio uno striscione e dei cartelloni per esprimere il proprio dissenso verso l’annunciato arrivo di un nutrito numero di richiedenti asilo.

Secondo il direttivo di PrimaNoi, la denuncia partita dagli uffici della Digos e la relativa condanna del tribunale vicentino, “rappresentano in maniera inequivocabile un maldestro tentativo di intimidire l’attività” del comitato.

PrimaNoi ritiene che “A leggere l’art. 18 del Testo Unico delle leggi di pubblica sicurezza il blitz messo in scena dagli attivisti di PrimaNoi non si può considerare una manifestazione senza preavviso, essendo stato promosso in un’area privata con la sola affissione di striscioni e per una durata di pochi minuti”. Di altro avviso evidentemente il Pubblico Ministero Edoardo Sovrano, che aveva chiesto a novembre al Giudice per le Indagini Preliminari  di emettere nei confronti di Cioni una condanna a dieci giorni di pena detentiva, poi ridotti a cinque, in sostituzione dei quali il giudice ha chiesto un’ammenda da 1.300 euro. Richiesta che è stata accettata nei giorni scorsi dal Gip, con sospensione della pena con la condizionale.

Cioni annuncia opposizione in tribunale, e sottolinea come a suo parere si è di fronte ad un abuso: “Prescindendo dall’aspetto giuridico, siamo dinnanzi ad un abuso da parte di alcuni funzionari di polizia che con questa denuncia evidenziano logiche più politiche che di pubblica sicurezza.  Questo provvedimento non ci impedirà di proseguire nelle nostre attività di sensibilizzazione pubblica nel contrasto alle politiche immigrazioniste e il relativo affare milionario che ci gira attorno”.