Femminicidi, Pizziol: “superare la cultura possessiva” che trasforma amore in violenza

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Anche il vescovo d Vicenza, monsignor Beniamino Pizziol, ha espresso pubblicamente il proprio dolore e la preoccupazione per i drammi che hanno tremendamente colpito negli ultimi giorni i territori in particolare dell’Ovest e del Basso Vicentino. Le morti violente di due giovani donne, Rita alle Saline di Noventa e Alessandra a Valdimolino di Montecchio Maggiore, fanno risaltare ancora in maniera più evidente l’affiorare di istinti vendicativi, irrazionali e irrefrenabili che portano ad estreme conseguenze come i delitti commessi in entrambi i casi da uomini, seppur in circostanze differenti.

Esprimendo tutto lo sconforto possibile alla luce di queste tragiche vicende, il portavoce e la guida della Diocesi di Vicenza riporta l’attenzione sulla necessità di educare le nuove generazioni ai principi ispirati alla non violenza, oltre che al rispetto del prossimo. E di contrastare con questo e altri mezzi disponibili la “cultura possessiva e maschilista” capace di annientare la purezza di un legame affettivo e, nei casi più estremi come quelli di cronaca recente, perfino delle vite umane.

“Il vescovo di Vicenza mons. Beniamino Pizziol – si legge nella nota – esprime a nome di tutta la comunità diocesana dolore e viva preoccupazione per la serie di morti violente che nell’ultimo periodo ha funestato anche il nostro territorio. Si tratta di situazioni diverse una dall’altra, ma che nei tragici esiti che le accomunano ci obbligano a riflettere sulla capacità della nostra società di custodire e proteggere la vita. Soprattutto nei casi di femminicidio che continuano ad insanguinare l’Italia, appare evidente come ancora molti passi siano da compiere per superare quella cultura possessiva e maschilista che può pervertire l’amore nella violenza fisica e psicologica, fino agli esiti più estremi e irrimediabili”.

Non può mancare, nell’accorato messaggio firmato da mons. Pizziol, un invito ai credenti a  sostenere con la preghiera i familiari delle vittime nel corso del proprio raccoglimento spirituale, affiancando però anche un secondo invito rivolto all’azione concreta, vale a dire ad intraprendere sul piano sociale tutte quelle misure che possano contrastare questi fenomeni. “Invitotutte le comunità della diocesi alla preghiera per le vittime e per i loro familiari, e incoraggio tutte le agenzie educative cattoliche (scuole, associazioni, gruppi) a continuare la loro preziosa opera per la promozione tra i giovani di una cultura della non violenza e del rispetto e per un’educazione affettiva e sessuale che possa aiutare a prevenire tali tragiche situazioni”.

Lo scorso fine settimana, non a caso, in tutte le sante messe celebrate sotto egida della Diocesi di Vicenza è stato dedicato un ricordo di queste sfortunate vittime nel momento della preghiera dei fedeli. Non solo per le donne che hanno perso la vita o sono state vittime di abusi e violenze, ma anche per un altro aspetto critico del vivere sociale, e cioè gli incidenti mortali sul posto del lavoro. Scenari diversi, certo, ma accomunati dal medesimo dolore di congiunti e cari amici e dallo stesso senso di impotenza di fronte all’ineluttabilità di decessi che nel terzo millennio rimangono del tutto inaccettabili.