Raffica di sanzioni nel capoluogo berico nello scorso week end: 51 i trasgressori

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Polizia Locale in uno dei controlli di routine (immagine d'archivio)

Diffuso ieri il bilancio complessivo dell’attività di controllo delle forze dell’ordine nel territorio di Vicenza capoluogo, relativo allo scorso fine settimana. Una cinquantina le sanzioni comminate da polizia locale e carabinieri ai trasgressori delle norme di contenimento dell’emergenza epidemia, da venerdì a domenica a Vicenza. A diffondere i dati dettagliati l’ufficio stampa del Comune. In tutto sono state verificate autodichiarazioni e posizioni di 270 cittadini e 61 esercizi commerciali, sanzionando 51 trasgressori che dovranno, salvo ricorsi all’autorità giudiziaria, “sborsare” dalla proprie tasche una cifra che varia dai 400 ai 3 mila euro. Altri 226 controlli anche ieri, lunedì 20 aprile, con altri 8 inadempienti multati.

Va detto che la maggioranza dei fermati nel week end, oltre 219 persone per la quasi totalità vicentine, è risultata in regola. I controlli sul territorio hanno interessato sia la gente uscita a piedi – 138 individui per la precisione – sia chi viaggiava a bordo di autoveicoli e motocicli e loro passeggeri.

Tra i 51 puniti con la salata sanzione amministrativa la fetta più consistente delle violazioni concerne la categoria degli spostamenti non giustificati, ben 40, quindi circa l’80% sul totale. Tra questi la maggioranza riguarda pedoni sorpresi a “passeggiare” ben lontano dai limiti di prossimità al proprio domicilio imposti dalla recente ordinanza regionale (28 casi). Da segnalare 8 individui sorpresi all’interno di parchi chiusi al pubblico e, infine, 4 automobilisti in marcia senza motivi di effettiva necessità. Fioccano anche le prime multe per assenza della prevista mascherina di protezione o dispositivi analoghi: 11.

Sui 61 esercizi pubblici controllati dalla polizia locale del capoluogo berico sostanziale e puntuale rispetto delle norme come dimostra il dato che in un solo caso un esercente si è visto contestare un’infrazione, in quanto vendeva al dettaglio cibo da asporto a clienti presentatisi al bancone, condotta non consentita.