Facebook crolla in borsa. Ue e Gb convocano Zuckerberg per chiarimenti

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Lo scandalo scoppiato intorno a Facebook e alla società di consulenza politica Cambridge Analytica si sta ripercuotendo negativamente sull’azienda di Zuckerberg. Il titolo crolla a Wall Street per il secondo giorno. Perde più del 5%, travolto dallo scandalo sull’abuso dei dati di milioni di utenti che coinvolge anche la società di consulenza politica Cambridge Analytica. E si trascina anche gli altri social media: Twitter -9,68%, Snapchat -3,6%.

Intanto Zuckerberg viene chiamato a chiarire: la Commissione parlamentare britannica su Cultura, Media e Digitale ha chiesto al patron di Facebook di comparire per un’audizione, come ha fatto sapere lo stesso presidente della commissione, Damian Collins, citando una sua lettera al patron del colosso Usa del web in cui si accusa il management dell’azienda di aver “ingannato” l’organismo in precedenti audizioni.

A richiedere chiarimenti anche l’Unione Europea: Tajani invita infatti il fondatore di Facebook a dare spiegazioni al Parlamento europeo. “Abbiamo invitato Mark Zuckerberg al Parlamento europeo. Facebook chiarisca davanti ai rappresentanti di 500 milioni di europei che i dati personali non vengono utilizzati per manipolare la democrazia”. Così in un tweet il presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani.

Nel pomeriggio il Garante Ue per la privacy Giovanni Buttarelli aveva detto in merito che ‘potrebbe essere lo scandalo del secolo e mostra solo la punta dell’iceberg’. Quanto alla una possibile manipolazione anche delle elezioni italiane, Buttarelli si limita a dire che ‘il modo in cui il sistema funziona è sempre lo stesso’ e lancia un allarme per le elezioni europee.

Sulla vicenda arriva anche la reazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump: ritiene che i diritti alla privacy degli americani dovrebbero essere tutelati, come ha affermato il vice portavoce della Casa Bianca.

E dagli Stati Uniti si muove anche la Federal Trade Commission, l’antitrust americana, che avrebbe avviato un’indagine su Facebook sull’uso dei dati personali. L’indagine – riportano i media americani citando alcune fonti – riguarda i profili sui quali Cambridge Analytica è riuscita a mettere le mani e sulla possibilità’ che Facebook abbia in qualche modo favorito Cambridge nel ricevere i dati.

Intanto, in mattinata il responsabile della sicurezza delle informazioni di Facebook, Alex Stamos, aveva smentito di essersi dimesso dall’azienda dopo lo scandalo che ha investito il colosso di Menlo Park. Le dimissioni erano state riportate da alcuni media, ma Stamos ha scritto su Twitter di lavorare ancora per Facebook, anche se con un cambio di ruolo operativo.