Manovra, documento programmatico inviato alla Commissione Ue. Le misure principali


Il Dpb, Documento programmatico di bilancio, è stato approvato dal Governo guidato da Giorgia Meloni nel Consiglio dei ministri che si è tenuto lo scorso 14 ottobre. Poi è stato inviato alla Commissione Ue per rispettare la “scadenza perentoria” del 15 ottobre. Il documento contiene lo scheletro della prossima manovra economica dello Stato, su cui la maggioranza sta ancora discutendo, con i dettagli di entrate e uscite.
“Complessivamente, la manovra dispone interventi per circa 18 miliardi medi annui e tiene conto del quadro programmatico derivante dalla richiesta di rimodulazione del Pnrr trasmessa alle Autorità europee dopo l’approvazione della risoluzione presentata alle comunicazioni rese dal Ministro Foti alle Camere nelle giornate del 30 settembre e del 1°ottobre”. In materia di fisco, si aggiunge, “prosegue il percorso di riduzione della tassazione sui redditi da lavoro che il Governo sta portando avanti dall’inizio della legislatura. In particolare, la manovra riduce la seconda aliquota Irpef che, dall’attuale 35% passa al 33%, limitando i benefici per i redditi più alti”.
La prima voce di copertura della Manovra indicata nel documento è la rimodulazione del Pnrr: la revisione del piano vale il prossimo anno lo 0,22% del Pil, pari a circa 5 miliardi di euro. I tagli ai ministeri valgono invece lo 0,1%, cioè 2,3 miliardi. La revisione della spesa nei dicasteri prosegue anche nel biennio successivo, per arrivare a circa 3 miliardi nel 2028.
Secondo quanto prevede il Dpb, nella Manovra il governo sterilizzerà l’aumento dell’età pensionabile solo per i lavori gravosi e usuranti. “Con riferimento alle pensioni, nel biennio 2027-2028, si conferma, ad esclusione dei lavori gravosi e usuranti, l’aumento graduale dei requisiti di accesso al pensionamento connessi all’adeguamento all’aspettativa di vita”, si legge nel documento.
I benefici del taglio dell’Irpef previsto saranno limitati per i redditi più alti. “In materia di fisco – si legge sul documento – prosegue il percorso di riduzione della tassazione sui redditi da lavoro che il governo sta portando avanti dall’inizio della legislatura. In particolare, la Manovra riduce la seconda aliquota Irpef che dall’attuale 35% passa al 33%, limitando i benefici per i redditi più alti”. Un intervento, dice il testo, che determinerà “un graduale impulso favorevole sui consumi rispetto al quadro tendenziale”.
Tra gli obiettivi della Manovra ci sono salari più ricchi. “Al fine di favorire l’adeguamento salariale al costo della vita e rafforzare il legame tra produttività e salario nel settore privato, sono previsti specifici interventi di carattere fiscale per i lavoratori dipendenti in materia di rinnovo dei contratti e premi di risultato. Per le medesime finalità, nel settore pubblico, si prevede una misura di agevolazione fiscale sul trattamento accessorio”.
Tra le misure previste per la Famiglia ci sono il finanziamento della riforma sul ruolo di cura e assistenza del caregiver familiare, i l potenziamento per il 2026 del bonus per le lavoratrici madri con almeno due figli e con redditi annui sotto i 40mila euro. C’è poi il rifinanziamento per due anni della “Carta dedicata a te” destinata all’acquisto di beni alimentari di prima necessità. Prevista poi un’estensione dell’Isee, con l’aumento della soglia per escludere la prima casa, ma anche con maggiorazioni delle scale di equivalenza per i nuclei familiari con due o più figli.
Da banche e assicurazioni arriveranno circa 4,4 miliardi nel 2026, secondo quanto si legge nel testo, dove si precisa che si tratta di “misure a carico del settore finanziario e assicurativo”. Si tratta dello 0,19% del Pil, percentuale che sarà applicata anche nel 2027 per scendere allo 0,10% nel 2028. In tutto, nei tre anni di programmazione della misura, si supereranno quindi gli 11 miliardi di euro.