Quote Latte: respinto il ricorso dell’Italia che ora rischia una multa dall’Ue

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Le quote latte come “La storia infinita”, peccato che non si tratti di fantasia, ma di pura realtà con un braccio di ferro che continua da anni tra l’Italia e Bruxelles. Ora è arrivata una nuova sconfitta per il nostro Paese nella complessa partita che vede Bruxelles ancora insistere perché Roma recuperi la bellezza di 1,3 miliardi dai produttori. Oggi una sentenza della Corte di giustizia europea ha chiuso un piccolo filone di questa partita, quello che riguarda la legge con cui l’Italia (sotto il governo Berlusconi, con Giancarlo Galan ministro delle Politiche agricole all’epoca dei fatti) ha fatto slittare dal 31 dicembre 2010 al 30 giugno 2011 la rata annua con la quale i produttori stavano versando il dovuto negli anni precedenti (dal 1995 al 2002) al governo, che a sua volta aveva saldato i conti in sede europea.
L’Italia aveva infatti concesso un arco di 14 anni per permettere ai suoi debitori di saldare le posizioni, per altro senza l’aggravio degli interessi. Con la legge 10 del 2011, però, di fronte alla crisi del settore lattiero-caseario erano stati differiti di sei mesi i termini per il pagamento della settima rata, quella in scadenza alla fine del 2010. Questa disposizione non è piaciuta alla Commissione, secondo la quale si è trattato di un nuovo aiuto di Stato illegittimo, visto che avrebbe favorito i produttori in debito risparmiando loro i costi finanziari di un esborso immediato.
Il vantaggio economico derivante da questa proroga è stato in realtà minimo, anche in considerazione del fatto che solo una piccola percentuale dei produttori si avvalse della proroga. Nella fattispecie, 1.291 agricoltori che hanno risparmiato tra 8 centesimi e 694,19 euro. Nella stragrande maggioranza dei casi, il 92% per la precisione, l’aiuto è stato inferiore a 100 euro. L’Italia aveva quindi fatto ricorso al Tribunale Ue e aveva ottenuto una prima vittoria, nel settembre del 2013, contro la Commissione. Ma quest’ultima ha nuovamente impugnato la sentenza del Tribunale. E così si giunge al punto finale di oggi, ed è a favore di Bruxelles.
La Corte ha infatti accolto l’impugnazione della Commissione, respingendo definitivamente il ricorso dell’Italia e confermando la decisione della Commissione di recupero integrale degli aiuti, compresi dunque gli interessi per quei sei mesi di differimento che, secondo i giudici “costituiscono ‘nuovi aiuti’ illegittimi.
Le autorità nazionali ora, per non incorrere in sanzioni, dovrebbero esigere dai produttori di latte il pagamento degli interessi non versati. Tale somma dovrà essere calcolata in sede europea tenendo anche conto delle penalità che si sono sommate nel tempo.
Ma qui la questione si complica visto che, molte delle aziende che hanno beneficiato di questo aiuto di Stato unilaterale oggi hanno chiuso, quindi il recupero dei soldi è complicato.