La Valle delle Anguane e la Carega del Diavolo a Laverda

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Lungo la valle percorsa dal Torrente Laverda, nota come Valle delle Anguane o del Rameston, vi è una ricchezza di punti di interesse che fanno di essa uno dei luoghi più interessanti dell’intera fascia pedemontana posta a meridione dell’Altopiano dei Sette Comuni.

Come già si può intendere dalla toponomastica, la presenza d’acqua unita all’ambiente di forra ha suscitato in passato le nutrite leggende popolari delle anguane, le misteriose creature femminili che popolavano i luoghi grotteschi e acquatici. In questa escursione, dello sviluppo di appena 5 chilometri, si possono ammirare una serie di cascatelle e relativi gorghi, la singolare guglia rocciosa denominata Carega del Diavolo, l’antro del Buso delle Anguane più alcune opere risalenti alla Grande Guerra.

Incamminatisi dal piccolo centro di Laverda si prosegue verso la Contrada Salbeghi e quindi alla Contrada Ronco di Sopra dove si percorre un bel viottolo ciottolato tra le vecchie case in abbandono. Qui un sentiero fra i vecchi terrazzamenti conduce in breve al fondo della Valle delle Anguane, dove si affiancherà il corso del torrente.

Lungo la risalita della valle, luogo gradevole d’estate per l’ombra che offre, si incontrano una serie di cinque pozze d’acqua o gorghi, noti anche con il termine dialettale di boji. Essi prendono rispettivamente il nome di Trentesana, Bojo Maestro, Pontaron, Il Zilo e Gorgo Nero. Per ammirarli in tutta la loro bellezza, vale sicuramente la pena effettuare l’escursione dopo alcune piogge. Il Gorgo Nero rappresenta la pozza più affascinante, essendo scavato nella roccia e raggiungibile superando uno scivolo roccioso. A monte di esso la forra si fa più severa, tant’è che essa è riservata a chi pratica il torrentismo.

Passati nel fianco vallivo opposto si trova la Carega del Diavolo, imponente cuspide di roccia che domina la valle. La si risale lungo un sentiero scalinato che nell’ultimo tratto richiede qualche elementare passaggio di arrampicata, mentre lungo le sue pareti si sviluppano alcune vie di arrampicata. Dalla cima si ammira la valle rigogliosa appena risalita.

Seguendo le numerose indicazioni si continua l’itinerario ad anello scendendo al Buso delle Anguane, il quale rappresenta la cavità più estesa del Comune di Marostica con il considerevole sviluppo di oltre 400 metri. La grotta si apre lungo una fascia rocciosa che costeggia una valletta; presenta due rami che si dipartono dall’ingresso principale: quello di destra, il Ramo dei Ghiri, è una galleria serpeggiante lungo la quale si incontrano diverse concrezioni e alcuni passaggi che costringono ad avanzare carponi o a strisciare. La galleria di sinistra, il Ramo dee Strighe, presenta un andamento simile ma ad un certo punto si trovano un paio di pozzi di 12 metri, dai quali si dipartono altre brevi condotte che si restringono sempre più.

Nell’ultimo tratto dell’itinerario si percorre una strada militare nei pressi della quale si trovano un paio di rifugi scavati nella roccia. Scesi nuovamente lungo il corso del Laverda si ritorna al punto di partenza dove ha termine l’escursione.