Dieci anni fa moriva in campo Piermario Morosini. Il calcio ricorda il “Moro”, ex biancorosso

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...

Era il 14 aprile del 2012, quando Piermario Morosini, con indosso la gloriosa maglia del Livorno, si accasciava al suolo vicino all’area di rigore, nel corso della partita di calcio di serie B contro il Pescara, nello stadio degli adriatici. Dall’erba di uno dei campi di pallone a cui aveva dedicato tutta la sua vita, il “Moro“, come era chiamato negli ambienti sportivi, non si sarebbe più rialzato. Con tutti gli strascichi giudiziari che oggi, a 10 anni esatti dalla morte, hanno fatto il loro corso.

A rimanere sconvolto da quel malore fatale di origine cardiaca e dalla morte di un ragazzo – un atleta di continuo sottoposto a test fisici e sanitari – di nemmeno 26 anni fu l’Italia intera, con Vicenza e i vicentini in prima linea a piangere un calciatore che solo l’anno prima aveva indossato i colori biancorossi. Da quando se n’è andato, il suo numero 25 non è mai stato assegnato in seguito nè al Vicenza nè al Livorno.

In suo nome e in suo omaggio da quei giorni bui di lutto e tristezza è nata l’idea splendente di intitolargli l’associazione Morosini, e grazie al suo terribile tributo – impossibile non ricordare in questa sede anche Davide Astori, segnato da un analogo tragico destino 6 anni dopo quando militava nelle Fiorentina – in 10 anni si sono fatti passi da gigante nella prevenzione delle complicanze cardiache nello sport. Attraverso la corrette applicazione di nuovi protocolli salvavita e l’installazione di defibrillatori semiautomatici nei luoghi pubblici, stadi di calcio compresi. Proprio un dispositivo come questo, quel giorno nefasto, forse avrebbe potuto tenerlo in vita.

Non splende affatto, invece, lo sfregio alla sua memoria rappresentato dal centro tecnico di Isola Vicentina, a lui dedicato ed oggi in stato di completo abbandono per magagne di natura economica. Originario della città di Bergamo, Piermario da bambino aveva vissuto nel quartiere di Monterosso dove aveva mosso i primi calci a un pallone, fino a realizzare il sogno di diventare un centrocampista di valore. E’ cresciuto da orfano fin da bambino in tenera età, occupandosi in prima persona della sorella disabile, con un destino inaccettabile ad accanirsi crudelmente su di loro, fino al dramma delle morte del giovane calciatore. Gli stadi di Livorno, Bergamo e Pescara hanno assegnato il nome Morosini a sezioni degli spalti per un ennesimo ricordo perpetuo.

Nel weekend di Pasqua tutte le squadre in cui Morosini ha militato nella sua breve carriera da calciatore professionista, vale a dire Atalanta, Livorno, Udinese, Bologna, Vicenza, Reggina e Padova, indosseranno una t-shirt stampata con la patch “Moro10”. Le stesse magliette verranno poi messe all’asta per raccogliere altri fondi per l’acquisto di nuovi defibrillatori. Infine, tutti team di serie B hanno concordato di creare una fascetta da capitano in suo onore allo stesso scopo benefico.

AtalantaSono già passati dieci anni, eppure sembra ieri… Il tempo scorre inesorabile, ma il suo ricordo resterà sempre nei nostri cuori, più vivo che mai. Tutta l’Atalanta lo ricorda con grande commozione e immutato affettoPiermario sempre con noi.