Il rispetto si insegna anche… per gioco. Una classe del Ferrarin impara a fare squadra

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Quando calcetto e rispetto non fanno solo rima, ma si fondono e diventano occasione di crescita consapevole. Una classe pilota della scuola secondaria Ferrarin di Thiene si è riunita in una sorta di aula speciale, sotto il tendone indoor degli impianti sportivi comunali a due passi dalle piscine, e con i genitori a bordocampo: per mettere “palla al centro” sul tema del rispetto reciproco. La stessa classe che diventa squadra, che collabora, si diverte e si prende per mano per condividere momenti e percorsi. Di gioia e di crescita. Una tappa di un ciclo di incontri tutt’ora in corso che ha visto i preadolescenti accompagnati da uno psicoterapeuta, con il sostegno del gruppo genitori e dell’istituto scolastico.

Erano le 16 di venerdì scorso, l’iniziativa inedita si apre con l’ingresso in campo solenne dei ragazzi, suddivisi in due formazioni. E supportati a gran voce dalla schiera di compagne di scuola improvvisatesi cheerleaders, talmente imparziali da intonare il coro “forza squadre” tenendo per mano dei palloncini colorati. Uno scenario genuino applaudito da mamme e papà presenti, insieme ad alcuni docenti e al fiduciario del preside, prof. Domenico Zamboni. “Non è solo una partita tra loro – ha detto il rappresentante del plesso scolastico Ferrarin – , ma una partita che possiamo definire come nostra e da vincere insieme: genitori, insegnanti e alunni. Tutti uniti per restituire la giusta dimensione di socialità e per far capire che anche una classe di scuola può essere intesa come una squadra nello sport, dove ognuno collabora e ci mette del suo per raggiungere obiettivi comuni”.

L’idea di una partita di pallone è nata per caso, da un’intuizione della figura qualificata che sta seguendo gli studenti in un progetto mirato. “Uniti nel rispetto” lo slogan che i ragazzi hanno esibito al loro ingresso in campo, accompagnati da musica da grandi eventi e applausi di mamme e papà, tra l’altro di varie nazionalità. “Al primo incontro di reciproca conoscenza uno dei bambini si è presentato con un pallone tra le mani – ci racconta lo psicoterapeuta Pascal Di Chiazza, esperto in progetti mirati con i più giovani e già in passato collaboratore dell’istituto thienese -. Questa palla è stata colta al balzo. Tra i propositi che ci siamo prefissi insieme ai genitori, il percorso mira a sviluppare gli aspetti della socializzazione, le relazioni tra compagni, il reciproco rispetto e anche favorire lo sport insieme come strumento utile per disintossicare i ragazzi dalle dipendenze della tecnologia moderna: smartphone, pc e videogiochi”.

Anche il Circolo Tennis di Thiene ha voluto sostenere l’iniziativa, fornendo gli spazi e le divise di gioco. Gesto apprezzato. Tra le mamme presenti, una portavoce loda l’iniziativa che ha visto proprio il gruppo genitori come promotore, con un augurio: “speriamo che il grande entusiasmo di oggi si ripercuota positivamente anche nello studio, e che la stessa collaborazione sorta tra famiglie e scuola faccia si riscontri tra i compagni di classe. Lo sport unisce, e qui come in aula ci deve essere gioco di squadra!”. All’ultimo minuto entrano in massa anche le cheerleaders, poi la giornata si conclude con foto sorridenti, premiazioni e l’immancabile “We are the champions” come sottofondo.

Intanto fino a poco prima in campo si corre, si suda, si segna. Qualche volta pure si incespica e si finisce per terra. Giusto il tempo di cadere che, subito, spunta una mano tesa per aiutare il compagno di classe ma avversario in partita a rialzarsi. E poco importa che colore di maglia si indossi – erano diverse -, perchè si è trattato di un “gesto di classe”. E’ tutto racchiuso qui, non serve dire – nè scrivere – altro.