La sfida di Stefano Ruaro dal Parkison all’Ironman: “Lo sport inclusivo aiuta chi è in difficoltà”

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“Quando tutte le parole sai che non ti servon più. Quando sudi il tuo coraggio per non startene laggiù. Quando tiri in mezzo dio o il destino, o chissà che. Che nessuno se lo spiega perché sia successo a te”. Sono queste le parole che aprono la canzone di Ligabue scelta da Stefano Ruaro, ospite a Radio Eco Vicentino per parlarci del suo progetto “Indómitri”. Ascolta “Stefano Ruaro e gli Indómitri: dal morbo di Parkison all’Ironman di Cervia” su Spreaker

Indómitri nasce all’interno di Delta Sport Performance – squadra di Triathlon dell’Alto Vicentino – nello scorso settembre. Lo scopo su cui si fonda è l’aiuto reciproco, che può essere condiviso tra persone che stanno soffrendo, per qualsiasi motivo. Mira a tirar fuori dall’isolamento tutti coloro che sono in difficoltà, chi sta “grattando il fondo del barile”.

Stefano è il centro del progetto poiché come tanti altri si è trovato “laggiù”. È un imprenditore, vive a Schio e gestisce un’azienda di automazione industriale a Molina di Malo.  È un marito, padre, sportivo ed è malato di Parkinson. La malattia è entrata a far parte della sua vita come un macigno insuperabile, portando con sé un lungo periodo di sofferenza psicologica, per poi trasformarsi in forza che lo conduce ogni giorno a lottare contro la stessa, come racconta lui stesso ai microfoni della radio: “Non ho mai pensato di doverci vivere con la malattia, ma di doverci lottare contro, quindi non mi arrendo e cerco di dare il meglio di me”.
All’inizio del 2021 ha deciso di riprendere in mano la sua vita e reagire. Dopo tempo tra sintomi, diagnosi e visite trova la forza di iniziare nuovamente a vivere comprando una bicicletta, e tornando a praticare quel tanto amato sport che lo porta alla libertà sin da quando era piccolo.

La forza che dopo tanto l’ha aiutato a rialzarsi è arrivata grazie anche a familiari, amici e compagni del triathlon. È in quel primo momento di incertezza e paura che capisce di non essere solo. Comprende che queste persone sono parte fondamentale della ripresa e pensa che chi ha superato momenti di grande difficoltà può essere d’aiuto ed essere esse stesse esempio per chi si trova dentro un tunnel di difficoltà. Per riunire queste persone decide di concentrarsi sullo sport che secondo l’imprenditore “è un modo per uscire dalla quotidianità, non spaventa far fatica ma anzi piace: è una sfida che prima è con gli altri e poi diventa con te stesso, contro la malattia. Ti senti un lottatore e nello sport trovi un momento in cui ti senti forte”.

Indómitri sta lavorando attualmente con sei persone che affrontano difficoltà di diverso tipo: Parkinson, altre malattie neurodegenerative, tumori, sfortune che logorano dal punto di vista morale. Il progetto segue l’idea di sport inclusivo: fare attività con persone che non hanno difficoltà – ad esempio con la squadra di triathlon – senza adattare allenamenti ma seguendo ognuno il proprio corpo e facendo ciò che si riesce. Quando il gruppo si riunisce, anche solo per una passeggiata, “per qualche momento le persone si dimenticano di essere malate e si sentono parte di un progetto che gli fa venire voglia di crescere e di reagire”, e secondo Stefano questa è la parte fondamentale, poiché è convinto che “le persone che stanno affrontando momenti difficili hanno la tendenza a chiudersi, devono trovare stimoli per uscirne e non piangersi addosso: devono reagire per migliorare la propria condizione di vita”.

 

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Intanto la prossima sfida per per Stefano si chiama “From Parkinson to Ironman road to Cervia 2022“: ossia venti ore di allenamento a settimana per essere pronto, a settembre, a partecipare alla gara di Ironman che si terrà, appunto, nella città romagnola. “Per me l’obiettivo è arrivare fino in fondo”, spiega.
Indomitri, intanto, al momento si concentra sul ritrovo al mercoledì sera per fare passeggiate, allenamenti in palestra o con gli altri atleti del triathlon. L’obiettivo è arrivare a diventare un punto di riferimento per chi ne ha bisogno. Per lo stesso motivo chi volesse aggregarsi a Indomitri non dovrà per forza fare il triathlon ma potrà svolgere qualsiasi sport che lo compone. La proposta è aperta a tutti, anzi si attendono volentieri nuove figure così da essere sempre più forti insieme. Per contattare il gruppo degli indomiti del triathlon ci sono le pagine Indomitri su Facebook, Instagram e nel sito Delta sport performance.
Potersi mettere in gioco è il fulcro di Indomitri e come dice Stefano “Fare il primo passo è durissima ma poi arrivi a fare cose che non ti saresti mai immaginato possibile”.

Sofia Ballico