L’orso Winnie toglie il disturbo. Ma con la pancia piena dopo la scorpacciata di miele

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L'orso ospite per nulla gradito dalle api dei monti Lessini

Polizia provinciale e carabinieri forestali erano sulle sue orme da giorni ma, dopo aver completato il banchetto con il miele delle arnie come dessert, dalle parti del “Durlo”, l’orso goloso che si aggirava per Crespadoro e dintorni sembra aver tolto il disturbo dall’area Ovest Vicentino. Si chiude così la scorribanda in Alta Valle del Chiampo del grosso plantigrado peloso, immortalato anche dalle telecamere mentre si aggirava intorno ai box colmi del miele, di cui questi animali selvatici sono notoriamente molto ghiotti.

A farne le spese dei blitz del quadrupede affamato, chiamato “Winnie” anche se non è certo si tratti dello stesso esemplare di circa un quintale di peso già avvistato altrove, alcuni allevatori, in particolare apicoltori della zona. Sia loro che i colleghi sfuggiti alla sua golosità si dichiarano ora rincuorati dall’allontanamento dell’esemplare. Sembra fosse apparso una quindicina di giorni fa sulle alture dei monti Lessini, intorno a quota 1000 metri di altitudine.

A confermare il cessato pericolo – soprattutto per le api sotto attacco a più riprese – il sindaco della cittadina pedemontana, Emanuela Dal Cengio, attraverso un post sulla pagina Facebook del Comune corredato da un video che ritrae il protagonista delle vicende recenti. “Carissimi concittadini – si legge alcuni giorni fa – vi informo che gli uffici regionali preposti mi hanno informata che molto probabilmente Winnie è tornato verso casa. Lo abbiamo ospitato per circa sete notti e di Crespadoro gli resterà un ‘dolce’ ricordo”.

Il riferimento è proprio al miele, della qualità millefiori in alcuni casi, razziato da una quindicina di arnie in tutto piazzate tra i boschi di confine tra le province. L’orso famelico si era spinto ben oltre il suo habitat abituale alla ricerca spasmodica di cibo, aggirandosi sopratutto di notte e arrivando a poche centinaia di metri dal centro abitato di Crespadoro.

L’olfatto sviluppato tipico di questa specie avrebbe permesso di individuare gli apiari delle vicinanze, mettendo nel mirino le cassette di legno che ospitano gli alveari d’allevamento, distruggendole e divorando il nettare. A nulla è valsa la “resistenza” opposta delle api in più occasioni, inchinatesi alla voracità dell’animali re dei boschi alpini, che ha causato danni per alcune migliaia di euro. I proprietari, in ogni caso, saranno adeguatamente indennizzati.