Ospedale Alto Vicentino, in attesa del nuovo dispositivo la risonanza si fa in… camion

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L'unità mobile di Rm presente all'ospedale Alto Vicentino per l'Ulss 7 Pedemontana

Lavori in corso nel reparto di Radiologia dell’ospedale di Santorso, dove è stata dismessa l’unità di risonanza magnetica ormai obsoleta e, in attesa dell’installazione di una nuova e moderna apparecchiatura, viene garantito il servizio grazie alla presenza di un rimorchio mobile attrezzato. In pratica un camion “parcheggiato” a ridosso del perimetro ed ermeticamente collegato alle sale interne, al fine di evitare ogni disagio per i pazienti bisognosi di esami diagnostici, fino al completamento delle operazioni di montaggio e collegamento del dispositivo all’avanguardia tecnologica, previsto entro fine ottobre 2019. Senza ostacoli per i pazienti costretti a letto o con disabilità.

Una volta operativa, la nuova RM nucleare assicurerà una qualità di immagini di altissimo livello e maggiori standard di sicurezza per gli utenti, come spiegato in una nota dell’Ulss 7 Pedemontana, a fronte di una richiesta annua di circa 11 mila esami effettuati. La precedente macchina è stata già smontata, alla fine di agosto. Per l’operazione è stato necessario anche abbattere un muro interno in cartongesso (che era stato realizzato appositamente in questo materiale per minimizzare tempi e costi di eventuali installazioni future). Un intervento studiato per garantire la prosecuzione dell’attività affiancando nella fase di transizione l’unità mobile collocata sul rimorchio di un camion.

“È stato assicurato un percorso senza soluzione di continuità rispetto alla struttura – spiega la dottoressa Milvia Marchiori, direttrice dell’ospedale Alto Vicentino -, il paziente non deve uscire all’esterno per fruirne della apparecchiatura. Non solo, ma il camion è dotato anche di un sistema di sollevamento che consente di spostare in piena sicurezza i pazienti allettati. Parallelamente, abbiamo rivisto provvisoriamente tutti i percorsi, sia per gli utenti esterni sia per i pazienti ricoverati, e questo come si può immaginare, in una struttura complessa come un ospedale, non è stato un lavoro indifferente. Il risultato però è stato raggiunto, perché abbiamo continuato e continueremo a svolgere gli esami ai ritmi abituali, senza interrompere mai l’attività. E considerando che lo scorso anno a Santorso abbiamo svolto 11 mila risonanze, si capisce tutta la delicatezza di questo intervento”.