Respinto il ricorso del corriere che trasportava 368 mila euro nel doppiofondo segreto

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...

Pretendeva indietro i 368 mila euro in banconote di piccolo taglio che gli erano state sequestrate lo scorso mese di marzo, attraverso i suoi avvocati. Nascosti nel doppiofondo segreto ricavato nella sua Mercedes, nonostante risultasse disoccupato dal 2013, fosse in strada senza valido motivo con il Veneto in zona rossa e i tre pacchi colmi di ben 15 mila valute cartacee suddivise in tra pacchi sigillati presentassero anche segni di inchiostro riconducibili ai sistemi antifurto, come gli sportelli bancomat.

Per un 49enne campano originario e residente in provincia Napoli, di cui sono state rese note le sole iniziali – B.G. – e che nel frattempo è rimasto a piede libero come indagato, a nulla sono valse le doglianze portate dai legali che pretendevano indietro il denaro.

Il Tribunale di Vicenza ha condiviso la ricostruzione degli operatori di Guardia di Finanza, attraverso la sezione Riesame, ha respinto il loro riscorso confermando il sequestro della somma oltre che del congegno elettronico scoperto nella Mercedes Classe B, che rivelava uno scompartimento occulto attraverso un pulsante. A seguito del blitz l’autista è stato denunciato al momento “solo” per ricettazione.

L’operazione della GdF bassanese era stata compiuta a regola d’arte, sfruttando i propri canali informativo e tenendo la rete in occasione del controllo avvenuto a marzo sulle strade, in quel di Pianezze, alla porte di Marostica. Nel frattempo le forze dell’ordine stanno lavorando per ricostruire il substrato malavitoso in cui operava il 49enne napoletano, che non poteva in alcun modo agire da solo. Il sospetto è che il denaro provenisse da rapine, raid notturni contro sportelli bancomat e in una sostanziosa misura dallo spaccio di droga.

La ricostruzione effettuata dai finanzieri, sotto la direzione della Procura della Repubblica, ha indotto il Tribunale del Riesame a rilevare e confermare i molteplici indizi sulla illecita provenienza del denaro, che sono i seguenti: disponibilità di una quantità contanti ben al di sopra della soglia prevista dalla legge; occultamento in un vano dell’autovettura, azionabile con un congegno, all’evidenza installato appositamente allo scopo di nascondere beni in occasione di eventuali controlli su strada; false dichiarazioni rese agli operanti in ordine al fatto di non trasportare valori; presenza dell’indagato in un Comune lontano da quello di residenza per motivi di lavoro; omessa presentazione di dichiarazioni dei redditi a far data dal 2013.

“Le indagini – recita un comunicato stampa diffuso dalla Tenenza di Bassano – continuano al fine di acquisire ulteriori elementi in merito alla provenienza ed alla destinazione dell’ingente somma di denaro sequestrata, nonché all’origine della stessa in relazione a sottese operazioni di transazione”.