Esplorare il Vicentino – Alpinismo invernale sulle Piccole Dolomiti

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Foto Mirko Cocco

Come i bambini a Natale aspettano ansiosi la neve, così la aspetta chi pratica l’alpinismo invernale. Le Piccole Dolomiti sono il luogo ideale per i vicentini che si vogliono cimentare nello scialpinismo o in una ascensione con piccozze e ramponi.

La caratteristica peculiare delle Piccole Dolomiti, in particolare per quanto riguarda i versanti della provincia di Vicenza, è quella di avere un gran numero di solchi più o meno pronunciati che nella toponomastica del luogo prendono il nome di vaj (vajo al singolare).

I vaj sono degli stretti canali più o meno sinuosi incassati tra pareti e magnifiche guglie; in alcuni casi si tratta di fenditure larghe 5 metri o meno, come i suggestivi Vajo Stretto sul Cornetto o il Vajo Stretto di San Paolo sulla Catena delle Tre Croci. Di solito i canaloni più larghi prendono il nome di boale (ad esempio Boale dei Fondi, Boale Mosca…).

D’estate la maggior parte dei vaj è difficilmente risalibile per via della roccia instabile e quindi della pericolosità della salita; d’inverno invece con la neve che ricopre e rende più stabili i massi si ha la possibilità di percorrerli con più sicurezza e divertimento.

Esistono vaj facili, poco pendenti e senza alcun salto di roccia dove basta dotarsi solamente di casco, piccozze e ramponi, mentre altri ben più impegnativi da risalire con tiri di corda. Diversi vaj possono essere scesi con gli sci per chi ha buone abilità di discesa.

Non mancano neppure le possibilità per chi pratica l’ice climbing, l’arrampicata su ghiaccio: normalmente sulle pareti dove gocciola l’acqua o nei pressi dei torrenti si formano delle cascate di ghiaccio, come la cascata Mani Fredde a Campogrosso e la cascata Emanuela nella Val di Creme a Recoaro.

Un grande impulso nell’esplorazione invernale dei vaj è stata data negli ultimi anni da Tarcisio Bellò, autore di numerose prime ascensioni e ripetizioni insieme ad altri compagni, nonché promotore del movimento “Vajo che passione”. Ha pubblicato inoltre due guide considerate la Bibbia dei vaj delle Piccole Dolomiti, una per i vaj del Sengio Alto e del Pasubio, l’altra per la Catena delle Tre Croci e del Carega. In esse si trovano tutti i vaj esplorati, le cascate di ghiaccio e le vie di misto.

Riguardo allo scialpinismo, di recente è stata pubblicata una ricca guida di itinerari dedicati esclusivamente alle salite e discese di cime e vaj con gli sci i cui autori sono Giovanni Busato, Luca Pretto e Giorgio “Pivio” Peripoli.

Citare ogni vajo è cosa impossibile in questo contesto perché ne esistono veramente tanti, ognuno caratterizzato da qualcosa che lo rende unico come una o più guglie, oppure il suo andamento, la sua morfologia o semplicemente per i panorami che si godono da esso.

I classici sono ad esempio il Vajo dell’Acqua che sale a Cima Zevola e il Vajo dei Colori che porta a Bocchetta Mosca; altri estremi classificati come estremamente difficili e molto difficili sono ad esempio il Vajo Berlick sulla parete nord del Mesole e l’Orrido Nord nella zona del Cherle.

Anche d’inverno quindi le Piccole Dolomiti regalano scorci mozzafiato e grandi avventure che vanno ad avvalorare il patrimonio della provincia di Vicenza.