Afghanistan, Biden difende la decisione del ritiro: “No ad un altro Vietnam”

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Dopo le critiche internazionali per aver abbandonato l’Afghanistan il presidente americano Joe Biden ha parlato alla Nazione ed ha difeso con toni energici la sua decisione annunciata già lo scorso aprile, di iniziare un ritiro completo delle truppe statunitensi dall’Afghanistan. “Sono fermamente convinto della mia decisione”, dopo 20 anni di combattimenti in Afghanistan, “ho imparato a mie spese che non c’è mai un buon momento per ritirare le forze statunitensi”. Il risultato, ha detto, sarebbe stato lo stesso tra cinque o 15 anni. “Non potevamo permetterci un altro Vietnam”.

L’inquilino della Casa Bianca ha poi puntato il dito contro i leader politici e militari afgani che “hanno ‘alzato bandiera bianca’” di fronte a un’offensiva talebana che ha travolto il Paese in poco più di una settimana. Biden ha però ammesso che la capitolazione ” è avvenuta più rapidamente di quanto ci aspettassimo”.

“So che la mia decisione sarà criticata, ma preferisco accettare tutte quelle critiche” piuttosto che violare un impegno della campagna elettorale e lasciare in eredità una guerra impossibile da vincere, ad un altro presidente degli Stati Uniti, ha detto Biden.

Gli Usa hanno inoltre chiarito: che non riconosceranno un governo guidato dai talebani a meno che non rispettino i diritti delle donne e della ragazze e respingano i terroristi.

Le critiche erano cominciate a piovere su Biden già dopo il suo discorso a Camp David, dove un legislatore repubblicano aveva accusato il presidente di essersi adagiato sugli allori mentre “i talebani stavano umiliando l’America”, mentre per l’ex presidente Donald Trump, il ritiro delle truppe Usa è stato “incompetente”.

Ma non mancano anche le voci a difesa di Biden. Alcuni, pur esprimendo allarme per quella che molti hanno definito la “tragedia” di Kabul, hanno fatto notare che “il presidente Joe Biden sta ripulendo un pasticcio lasciato da tre presidenti prima di lui”, ha detto il senatore Ben Cardin in una nota. “George W. Bush non è riuscito a completare la missione in Afghanistan e ha dirottato le risorse verso una nuova missione in Iraq non collegata all’11 settembre. Il presidente Barack Obama voleva ritirare le truppe, ma non è riuscito a trovare un modo”.

Poi Cardin punta il dito contro l’ex presidente Donald Trump, colpevole a suo dire di aver invitato i talebani a Camp David alla vigilia dell’anniversario dell’11 settembre e di aver stretto accordi segreti con loro. Accordi che avrebbero portato alla catastrofica situazione attuale in Afghanistan”.

Le reazioni internazionali al ritiro di Biden hanno spaziato dalla trepidazione, agli avvertimenti ai talebani, alle alzate di spalle. A Berlino, la cancelliera tedesca Angela Merkel ha definito “Una valutazione sbagliata comune” quella di ritenere che le forze afghane potessero opporre resistenza ai talebani. “Non siamo riusciti a raggiungere quello che ci eravamo preposti”, e questo è “molto amaro” dopo una missione durata per ben 20 anni. Ora la priorità è quella di portare fuori dall’Afghanistan quante più persone possibile”.

Il segretario alla Difesa britannico Ben Wallace è apparso visibilmente commosso mentre parlava con un intervistatore radiofonico londinese, sottolineando come l’incapacità di evacuare rapidamente tutti gli afgani idonei a venire in Gran Bretagna fosse per lui una “fonte di profondo di rimpianto”.

I talebani non perdono tempo e il loro leader Amir Khan Muttaqi è a Kabul per negoziare con altri esponenti politici – tra cui l’ex capo del consiglio per la riconciliazione nazionale Abdullah Abdullah e l’ex presidente Hamid Karzai – la formazione di un nuovo “governo inclusivo”, al fine di creare un’ampia squadra in cui siano presenti anche altri leader. I combattenti hanno inoltre annunciato un‘amnistia per i funzionari statali che dovranno tornare al lavoro normalmente.

Anche le conduttrici di Tolo News, il principale canale televisivo di informazione afghano, sono tornate sugli schermi, dopo essere sparite durante i giorni dell’offensiva talebana. Lo ha annunciato su Twitter Miraqa Popala, direttore dell’emittente, nella cui sede si è presentata ieri una delegazione talebana. Nelle immagini pubblicate da Popala si vedono una presentatrice in hijab che intervista in studio un rappresentante dei talebani, mentre in altri scatti vengono immortalati attimi di una riunione di redazione, alla quale è presente anche una donna.