Attacco Usa, l’Iran promette “Vendetta” e minaccia le basi americane


Dopo l’attacco ai tre siti nucleari dell’Iran da parte degli Usa, non si è fatta attendere la risposta da parte della Repubblica Islamica, che ha lanciato due ondate di missili contro Israele, provocando esplosioni e boati in diverse città: Tel Aviv, Gerusalemme, Haifa. Ci sono diversi feriti. È stato utilizzato per la prima volta anche il potente missile Kheibar.
I pasdaran hanno promesso vendetta, affermando che “ridurranno in cenere” le basi americane in Medioriente. Dallo Yemen anche gli Houthi si accodano: “Attaccheremo le forze americane nel Mar Rosso”. In seguito è giunto anche il contrattacco israeliano, con bombardamenti su postazioni militari nell’Iran occidentale.
La settimana scorsa “stavamo negoziando con gli Usa e Israele ha deciso di sabotare la diplomazia”. Lo ha detto il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, replicando alle sollecitazioni di Keir Starmer e di Kaja Kallas. “In questi giorni avevamo avviato colloqui con il gruppo E3 e l’Ue e gli Stati Uniti hanno deciso di sabotare la diplomazia. Ora i britannici e l’Alta rappresentante dell’Ue chiedono all’Iran di tornare al tavolo del negoziato: ma come può l’Iran tornare a un tavolo che non ha mai abbandonato, al di là del fatto che altri lo hanno fatto saltare per aria?”.
Intanto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha convocato una riunione in videoconferenza con i ministri interessati, con il sottosegretario Alfredo Mantovano e con i vertici dell’intelligence. E’ quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi. Questo bombardamento “cambia completamente lo scenario, si apre una crisi molto più grande” e anche “da parte dell’Iran” c’è da attendersi “una risposta molto più forte che rischia di allargarsi a tutti gli obiettivi americani”. E’ quanto ha affermato il ministro della Difesa, Guido Crosetto, dopo l’azione americana in Iran.
Anche il governo tedesco ha convocato una riunione del gabinetto di sicurezza, presieduta dal cancelliere Friedrich Merz. Lo ha reso noto il portavoce dell’esecutivo, Stefan Kornelius. Secondo quanto riferito, Berlino presume che “ampi settori del programma nucleare iraniano siano stati colpiti dagli attacchi aerei”, ma un’analisi precisa dei danni sarà possibile solo in un secondo momento. Kornelius ha aggiunto che il cancelliere e i ministri competenti intendono coordinarsi strettamente con i partner europei e statunitensi nel corso della giornata per definire i prossimi passi. Merz ha ribadito l’appello all’Iran affinché “avvii immediatamente negoziati con Stati Uniti e Israele e trovi una soluzione diplomatica al conflitto”.
Il governo britannico intanto ha confermato di non essere stata coinvolta negli attacchi dell’alleato americano al fianco d’Israele contro gli impianti nucleari dell’Iran. Londra ha negato che Washington abbia chiesto l’uso della base britannica di Diego Garcia, strategica isola dell’Oceano Indiano, come invece compiuto di recente per attaccare gli Houthi in Yemen. Il premier Keir Starmer ha evitato peraltro qualunque critica a Donald Trump, giustificandone anzi di fatto l’attacco con “la minaccia dei programmi nucleari” di Teheran e scaricando sull’Iran la sollecitazione a “tornare ai negoziati” senza evocare un cessate il fuoco.