Medio Oriente, Israele: “Nessun accordo sugli ostaggi”. Onu: “Il conflitto rischia di allargarsi”

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“Sugli ostaggi non c’è alcun accordo”. Lo ribadisce Israele mentre Hamas annuncia di averli trasferiti in “centri di cura a causa della gravità delle loro condizioni di salute e per preservare la loro vita”. Poi pubblica il video dell’ostaggio Arye Zalmanovich di 86 anni che è stato rapito nel kibbutz di Nir Oz il 7 ottobre. E mentre sirene d’allarme per i razzi da Gaza risuonano a Tel Aviv e nella parte centrale di Israele, l’Onu avverte che “la situazione a Gaza potrebbe peggiorare: se non agiamo subito, il conflitto rischia di allargarsi”.

Che Israele avesse chiuso a trattative con Hamas si era già capito dal discorso fatto da Benjamin Netanyahu. “Non ripeteremo le strategie fallite” ha  detto il premier israeliano ammettendo, per la prima volta, che le operazioni “mirate” a Gaza non sono state in grado, a differenza di quanto detto in più di un mese di conflitto, di salvaguardare la sicurezza dei civili. Un’affermazione che non sorprende, dato che le vittime nella Striscia sono oltre 12mila, tra cui 5mila bambini, stando alle parole di Ismail Thawabta, direttore generale dell’ufficio stampa del governo della Striscia di Gaza, controllata da Hamas.

“I livelli di disagio sono inimmaginabili, la situazione è un incubo vivente” denuncia l’alto commissario dell’Onu per i diritti umani, Volker Türk, alla riunione informale dell’Assemblea Generale chiedendo “un cessate il fuoco umanitario e la fine dei combattimenti. Non solo per consegnare il cibo urgentemente necessario e fornire un’assistenza umanitaria significativa, ma anche per creare spazio per una via d’uscita da questo orrore. Tutti gli ostaggi devono essere rilasciati e tutte le forme di punizione collettiva devono finire”. “La portata della risposta di Israele appare sempre più ingiustificabile” è la denuncia dell’Oms.

Intanto Israele minaccia: “Yahya Sinwar è il nuovo Bin Laden: gli daremo la caccia e otterremo la vittoria”.  Lo scrive sul social network ‘X’ Yoav Gallant, ministro della Difesa, riferendosi al leader di Hamas a Gaza che, secondo Tel Aviv, sarebbe una delle menti degli attacchi del 7 ottobre. L’agenzia nazionale libanese Nna fa invece sapere che Israele è tornata a fare uso di bombe incendiarie e al fosforo in diverse località del sud del Libano a ridosso della linea del fronte tra Hezbollah e Israele.