Spagna, niente dimissioni per Pedro Sánchez dopo l’indagine sulla moglie: “Resterò premier”

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Pedro Sánchez resta alla guida del governo spagnolo. “Con ancora più forza, se possibile”, ha detto il premier spagnolo nell’attesissima dichiarazione istituzionale pronunciata davanti all’ingresso del Palazzo della Moncloa, dove ha trascorso gli ultimi cinque giorni di riflessione. A scatenare il terremoto politico è stata la decisione del tribunale di Madrid di aprire un’inchiesta preliminare per presunta corruzione su Begona Gomez, moglie del primo ministro. Un’ indagine – per cui la Procura ha chiesto l’archiviazione –  scattata su denuncia di Mano Limpias, un autoproclamato sindacato con simpatie di destra. Sanchez aveva parlato di un attacco troppo personale alla sua famiglia e che aveva bisogno di tempo per decidere le sue priorità.

Oggi il premier ha sciolto la riserva, ringraziando per le espressioni di solidarietà e per “l’empatia” ricevute nei giorni scorsi. “C’è solo un modo per invertire questa situazione, che la maggioranza sociale, come ha fatto in questi cinque giorni, si mobiliti in un fermo impegno per la dignità e il buon senso, mettendo fine alla politica della vergogna che stiamo subendo da troppo tempo” ha detto Sanchez aggiungendo: “Mia moglie e io sappiamo che questa campagna di discredito non si fermerà, sono 10 anni che la subiamo. È Grave”. E ancora: “Abbiamo lasciato che il fango contaminasse la nostra vita pubblica per troppo tempo. Chiedo alla società spagnola di dare ancora una volta l’esempio. I mali che ci affliggono fanno parte di un movimento globale. Mostriamo al mondo come si difende la democrazia.

La scorsa settimana, in una lettera, il capo del governo spagnolo aveva denunciato l’esistenza di “un’ operazione di demolizione” continua nei confronti suoi e della sua consorte, con “attacchi orchestrati dalla destra e dall’estrema destra” e la complicità “di settori mediatici e giudiziari” ultraconservatori, che non hanno mai riconosciuto come legittimo la coalizione progressista del suo governo. Nel fine settimana, migliaia di cittadini sono scesi in strada davanti alla sede del Partito socialista spagnolo e davanti al Congresso dei deputati per chiedergli di “resistere” e non rinunciare al suo incarico di capo del governo.