Bari, si valuta il commissariamento per mafia. Decaro: “un atto di guerra nei confronti della città”

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E’ caos al Consiglio comunale di Bari. A tre mesi dalle prossime elezioni il Comune rischia di essere sciolto per mafia. La decisione dipenderà dagli accertamenti della commissione di accesso nominata dal prefetto di Bari, Francesco Russo, su sollecitazione del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Qualora si decidesse per lo scioglimento e quindi per la nomina di un commissario, le elezioni slitterebbero fino a 18 mesi.

Il sindaco Decaro: “È stato firmato un atto di guerra nei confronti della città di Bari”. “È un atto gravissimo – ha proseguito Decaro – che mira a sabotare il corso regolare della vita democratica della città’ di Bari, proprio, guarda caso, alla vigilia delle elezioni. Elezioni che il centrodestra a Bari perde da vent’anni consecutivamente. Per le quali stenta a trovare un candidato e che stavolta vuole vincere truccando la partita”. “L’atto – ha aggiunto Decaro – come un meccanismo a orologeria, segue la richiesta di un gruppo di parlamentari di centrodestra pugliese, tra i quali due viceministri del Governo e si riferisce all’indagine per voto di scambio in cui sono stati arrestati tra gli altri l’avv. Giacomo Olivieri e la moglie, consigliera comunale eletta proprio nelle file di centrodestra”.

In conferenza stampa Decaro ha poi ribadito come l’amministrazione comunale di Bari in questi anni abbia saputo rispondere alla criminalità organizzata e sottolinea come “gli stessi soggetti che nel 2019 hanno portato in Consiglio Comunale due consiglieri arrestati per voto di scambio, ora spingono per lo scioglimento di un grande capoluogo di regione, evento mai successo in Italia, nemmeno ai tempi dell’inchiesta su Mafia Capitale”.

Tuttavia il Viminale replica: “Accesso ispettivo a Bari era necessario”. Il ministero dell’Interno in una nota precisa che l’accesso ispettivo “si è reso necessario in esito a un primo monitoraggio disposto dal Viminale circa i fatti emersi a seguito dell’indagine giudiziaria che ha portato a più di 100 arresti nel capoluogo pugliese e alla nomina, da parte del Tribunale, ai sensi dell’art. 34 del codice antimafia, di un amministratore giudiziario per l’azienda Mobilità e Trasporti Bari spa, interamente partecipata dallo stesso Comune”.

L’antefatto. Nelle settimane scorse, alcuni parlamentari pugliesi hanno avuto un incontro con Piantedosi durante il quale hanno chiesto di verificare le presunte infiltrazioni mafiose nel Consiglio comunale di Bari all’indomani dell’arresto di centinaia di persone al termine di un’ inchiesta della Dda barese che ha svelato un presunto intreccio mafia-politica con scambio di voto alle Comunali del 2019. A finire in manette anche la consigliera comunale, Maria Carmen Lorusso, che secondo le accuse, sarebbe stata eletta proprio grazie ai voti dei clan mafiosi nelle fila del centrodestra, per poi passare nella maggioranza. La vicenda è finita anche all’attenzione della commissione parlamentare antimafia con l’apertura di un fascicolo amministrativo.

La Pd Schlein: “Scelta politica molto grave, siamo basiti”. La segretaria del Partito Democratico Elly Schlein si dice basita “rispetto alle modalità con cui il ministro Piantedosi ha annunciato la nomina della Commissione per la verifica dello scioglimento del comune di Bari. Una scelta che a tre mesi dalle elezioni sembra molto politica, facendo seguito all’iniziativa di alcuni parlamentari della destra e di due membri del governo e non avendo nemmeno esaminato la documentazione presentata dall’amministrazione del sindaco Decaro. Non si era mai visto ed è molto grave”, ha concluso la Schlein.