Blocco licenziamenti, sindacati in piazza contro lo stop selettivo: “Rischio bomba sociale”

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...

I sindacati scendono in piazza oggi per dire no al blocco selettivo. Tre le manifestazioni nazionali: a Firenze Torino e Bari. Il leader della Cgil Maurizio Landini  dice che il compito del governo e della politica è dire che nessuno deve essere lasciato da solo ai suoi problemi: “Non è il momento di ulteriori fratture sociali”. Il segretario generale della Uil, Pier Paolo Bombardieri, aggiunge: “Il rischio di tensioni noi lo denunciamo da un po’ di tempo”.

Il governo è pronto ad intervenire per trovare una soluzione al nodo licenziamenti, usando la formula della selettività e individuando i settori ancora in grave crisi. Finora il tessile e il calzaturiero tra i comparti considerati più vulnerabili. La strada sembra quella di un decreto da approvare all’inizio della prossima settimana, una volta che il premier Mario Draghi sarà stabilmente a Roma, per prolungare la cassa Covid, e quindi il blocco dei licenziamenti che finora ha viaggiato in parallelo.

Politicamente l’idea trova d’accordo Lega e Partito democratico. Il Carroccio incalza sula necessità di tutelare il comparto moda, mentre i democratici hanno spinto tra le proposte di modifica al dl Sostegni bis proprio sulla selettività, chiedendo di equiparare le imprese dell’industria tessile, della fabbricazione di articoli in pelle e simili, della confezione di articoli di abbigliamento e confezione di articoli in pelle e pelliccia alla normativa sulle Pmi, per le quali i licenziamenti restano fermi fino al 31 ottobre insieme alla contemporanea possibilità di ricorso alla cassa Covid.

“Oggi manifestiamo e la prima cosa è cosa risponderà il Parlamento, il governo? Sanno perfettamente le nostre proposte e se vogliono ci sono le condizioni per trovare le soluzioni. La parola dopo oggi tocca al governo, noi siamo pronti a confrontarci e trovare le soluzioni più intelligenti”, così ricorda Landini durante la manifestazione di Torino. “Il problema è la volontà politica se c’è, delle imprese e del governo – aggiunge –  dopo di che se ciò non dovesse succedere valuteremo insieme a Cisl e Uil che cosa fare. Io mi auguro che prevalga la responsabilità e l’intelligenza di tutti“.
Il ministro per la semplificazione e Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, intanto dichiara: “Siamo in un boom economico ma potremmo avere un conflitto sociale. Un boom con un conflitto non va bene, è folle. Siamo in una fase di transizione dobbiamo tenere alta la protezione sui lavoratori, ma dobbiamo nel contempo favorire la crescita economica. Questo lo si fa con un grande patto per la coesione come quello che fece Ciampi nel ’93. Le Risorse ci sono”.