Caos assistenti civici: è scontro nel governo. Il Viminale: non siamo stati informati

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Scoppia la polemica sul bando annunciato ieri dal ministro Pd Francesco Boccia e dal presidente dell’Anci Antonio Decaro per reclutare 60mila assistenti civici a cui affidare parte del monitoraggio del rispetto delle misure anti-Covid decise per la fase 2. In ambito parlamentare, sia nella maggioranza che nell’opposizione, piovono critiche e dubbi sulla reale utilità della misura.

L’operazione non convince il M5s. A definirla “una fuga in avanti” del ministro Boccia, è il sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento Gianluca Castaldi. “Per noi i cittadini devono controllare quello che fanno i politici, non quello che fanno altri cittadini: auspico passo indietro del ministro e confronto con tutta la maggioranza”, twitta.

Tra i parlamentari del Partito democratico, il primo ad avanzare perplessità è stato Matteo Orfini, con un post su Facebook: “Se apri i locali nei luoghi dove ci sono i locali le persone ci vanno. Se non vuoi che ci vadano o vuoi che ci vadano in numero limitato, organizzi prima afflusso, modalità e controlli. Non servono assistenti civici. Servono ministri che facciano i ministri e amministratori che facciano gli amministratori. Non una schiera di influencer che commentano indignati le foto del giorno”. Un post subito rilanciato su Twitter da Matteo Renzi: “Come spesso accade la penso come Orfini”.

Dalle parti dell’opposizione, il portavoce di Forza Italia Giorgio Mulé bolla il provvedimento come “ennesima pagliacciata” del governo. La leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni parla addirittura di “deriva autoritaria” dell’esecutivo. Un‘”idea orwelliana” è la definizione invece +Europa.

Troppe perplessità, dunque, che hanno spinto fonti del ministero degli Affari regionali a chiarire: “Nessuna vigilanza, ronda o sentinelle anti spritz. In caso di assembramenti non potranno chiedere i documenti ma solo segnalare a vigili e forze dell’ordine”. Gli assistenti civici saranno quindi innanzitutto “volontari”, spiegano dal dicastero, che saranno a disposizione per “16 ore settimanali che ciascuno può regalare al proprio comune per aiutare gli anziani, portare spesa e medicine, aiutare nell’organizzazione del distanziamento sociale, come ad esempio fuori dalle chiese o fuori dai parchi per contingentare gli ingressi”.

Precisazioni che arrivano anche dal sindaco di Bari e presidente Anci Decaro: “Svolgeranno le attività che i volontari hanno svolto in questi mesi tenendo in piedi le nostre comunità. Il bando serve a trovarne di nuovi, visto che – con il progressivo ritorno al lavoro – molti di coloro che si sono prestati nel primo periodo di emergenza, non hanno più la stessa disponibilità di tempo”. Quindi aiuteranno a facilitare gli accessi contingentati nei luoghi pubblici o “alla riapertura delle spiagge potranno spiegare le regole per l’accesso”, precisa Decaro.

Ma il Viminale fa sapere di non essere stato informato di nulla: “Le decisioni assunte, senza preventiva consultazione del ministero dell’Interno, per l’istituzione della figura degli ‘assistenti civicì in relazione alle misure di contrasto e di contenimento della pandemia Covid-19, non dovranno comportare compiti aggiuntivi per le prefetture e per le forze di polizia già quotidianamente impegnate nei controlli sul territorio”, si apprende da una nota del dicastero guidato da Luciana Lamorgese.