Caos Procure, si dimette il presidente dellʼAnm Pasquale Grasso

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...
Pasquale Grasso, presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati, durante la riunione del Comitato direttivo centrale dell'ANM, Roma 05 Giugno 2016. ANSA / LUIGI MISTRULLI

Il presidente dell’Associazione nazionale magistrati Pasquale Grasso si è dimesso. Dopo aver ascoltato gli interventi dei rappresentanti dei gruppi all’interno all’Anm nel Comitato direttivo centrale, convocato a seguito della bufera sulle nomine in magistratura, Grasso ha rassegnato le proprie dimissioni affermando: “Vi ho ascoltato tutti. Vi comprendo e vi rispetto. Vi rispetto e vi ringrazio. Vi rispetto molto più di quanto abbiate dimostrato di rispettare me”.

“Potrei osservare che le vostre considerazioni hanno deliberatamente trascurato la prospettiva cronologica degli avvenimenti. Potrei dolermi di convenienti fraintendimenti della mia condotta”, ha aggiunto il presidente dell’Anm, ma “vi ho ascoltato e compreso”.

“Ovviamente rassegno le mie dimissioni. Lo faccio serenamente, dicendo no a me stesso. Nel ricordo di un grande intellettuale del passato, che ricordava che i moralisti dicono no agli altri, l’uomo morale dice no a se stesso”.

“Rivendico – ha detto in apertura del Comitato direttivo dell’Associazione – con forza la correttezza e la coerenza della linea di azione, politica, giuridica e morale, che, come presidente dell’Anm, componente di questo Comitato direttivo centrale e come magistrato, ho proposto e seguito”.

“Nell’iniziale deflagrare di notizie di stampa, la chiara affermazione e rivendicazione di un principio non negoziabile: no a qualsiasi forma di ‘cessione dell’autogoverno’, centralità del Consiglio, decisa affermazione del fatto che coloro i quali avessero operato nel modo descritto dalla stampa non potevano essere o rimanere rappresentanti dei magistrati nel Consiglio.

Questo – ha affermato – il chiaro senso di ogni mia dichiarazione privata e pubblica”, fino all’abbandono del gruppo di Magistratura Indipendente, per “una netta frattura tra il sottoscritto e la dirigenza di MI”.