Conte e Tria al lavoro per rispondere a Bruxelles e Salvini insiste sulla flat tax

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Il vertice economico convocato ieri a Palazzo Chigi non è stato risolutivo, ma una certezza pare essere trapelata: sulla flat tax le coperture devono essere certe. A chiederle è stato il ministro dell’Economia Giovanni Tria mentre il vicepremier Matteo Salvini lasciava la riunione prima del termine.

Un allontanamento dovuto a impegni in agenda e non a dissidi, ha fatto sapere il leader del Carroccio, che subito dopo ha riunito i suoi ministri a casa per fare il punto sulla situazione, con un focus sull’Ue e la necessità di dare le giuste risposte a Bruxelles, dopo la minaccia di procedura di infrazione.

Mantenere nella prossima legge di Bilancio solo una quota dei 23 miliardi necessari per la copertura delle clausole di salvaguardia dell’Iva e trasferire il grosso della cifra sugli anni successivi.

È uno dei progetti a cui starebbe lavorando il governo. È soprattutto la Lega a spingere su questa prospettiva. Certo, l’ipotesi sarebbe percorribile se la Ue decidesse di concedere come lo scorso anno una quota di flessibilità ma una volta evitata la procedura di infrazione, si potrebbe andare verso questa direzione.

La Commissione europea vorrebbe che venga usato per il disavanzo i due miliardi di cuscinetto previsti nella scorsa legge di bilancio e i tre miliardi derivanti dai risparmi sul reddito di cittadinanza e su ‘quota cento’. Un atteggiamento che il partito di via Bellerio e il Movimento 5 stelle – pur con toni più sfumati – non intendono accettare. “Non ci faremo imporre nulla”, il ‘refrain’ nella maggioranza. “Taglieremo il debito grazie a entrate più cospicue di quelle che avevamo stimato”, ha detto il premier Giuseppe Conte, al forum Ansa.

“Ho preparato una bozza di lettera che rivolgerò alle istituzioni europee, che diventerà pubblica e sarà l’occasione per ribadire come da un lato vogliamo rispettare il patto di stabilità e crescita e riteniamo che la manovra sia in linea, ma dall’altro lato non vogliamo rinunciare a offrire un contributo critico alle regole europee”, ha aggiunto Conte.

Ma il coro unanime che si alza dall’esecutivo ribadisce: “Non è sul tavolo una manovra correttiva”. E se da un lato resta la tensione nel governo sull’interlocuzione con l’Europa, dall’altro Salvini sembra più concentrato a difendere i provvedimenti di bandiera, a partire da quello sulla flat tax. “Se non si fa la flat tax c’è il voto”. Del resto dopo il successo alle europee il leader del Carroccio è tornato in pressing su alcuni provvedimenti cari alla Lega, come la riforma della giustizia e l’autonomia.