Convegno CEI, Draghi: “no a soprusi”, sì ad un “Mediterraneo di pace e libertà”

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...

Intervenuto al convegno ‘Mediterraneo frontiera di pace’ della Conferenza episcopale italiana, il premier Mario Draghi non ha potuto esimersi dall’affrontare anche il tema della crisi tra Ucraina e Russia e lo spettro di una guerra nel cuore dell’Europa.

Draghi è stato chiaro: “gli eventi in Ucraina ci portano a ribadire che le prevaricazioni e i soprusi non devono essere tollerati. In momenti di crisi – ha aggiunto – dobbiamo ancor più difendere i valori in cui crediamo e che ci guidano. La convivenza, la fratellanza, la tolleranza che celebriamo in questo incontro devono realizzarsi anche oltre i confini della regione in cui viviamo”.

Il focus dell’incontro è stato però il Mediterraneo. “Quando parliamo di diritti nel Mediterraneo, dobbiamo riferirci soprattutto ai giovani, che hanno tutti la legittima aspirazione di realizzare a pieno il proprio potenziale. Tuttavia, si scontrano con un mercato del lavoro che li lascia spesso ai margini. Il tasso di disoccupazione giovanile nella regione è il più alto al mondo e in alcuni Paesi supera il 40% per le ragazze. Occuparsi del Mediterraneo, vuol dire prima di tutto occuparsi delle nuove generazioni. Investire nella scuola, nella formazione e creare le condizioni per investimenti e posti di lavoro. Perché il Mediterraneo sia davvero un mare di opportunità”, ha aggiunto Draghi.

Il presidente del Consiglio, non ha dimenticato i cambiamenti climatici. “La regione è particolarmente vulnerabile agli effetti dei cambiamenti climatici, come la siccità, l’aumento dei livelli del mare, le ondate di calore. Le città si affacciano su un mare che in molti casi conserva la sua meraviglia antica, ma è anche inquinato da plastiche e rifiuti. Il rischio di incendi e la loro pericolosità è in aumento. Penso per esempio ai boschi bruciati nell’agosto dello scorso anno, dalla Spagna alla Grecia, in Sicilia e in Sardegna. L’emergenza climatica ci impone di accelerare nella transizione ecologica, in modo rapido ma sostenibile per cittadini e imprese. Dobbiamo aiutare in particolare i più deboli a sostenerne i costi. La transizione ecologica presenta grandi opportunità per chi ha il coraggio di investire. I Paesi del Mediterraneo devono coglierle – per proteggere il pianeta e avviare i giovani verso le professioni del futuro”.

L’instabilità politica tra le cause principali di migrazione. Per Draghi migliaia di persone, tra cui molti giovani, sono costrette a lasciare il proprio Paese “non solo per opportunità, ma per necessità. Più volte in passato ho ribadito l’importanza di una gestione condivisa, equilibrata e umana delle migrazioni. Condivisa perché, senza un’assunzione di responsabilità collettiva, l’azione europea non potrà mai essere giusta ed efficace. Equilibrata, perché non basta contrastare i flussi illegali, ma serve curare con attenzione l’accoglienza. E umana, perché non possiamo essere indifferenti rispetto alle sofferenze dei migranti”.

Quindi l’appello ai vescovi e il richiamo all’”impegno per un Mediterraneo giusto, di pace, di libertà”. “Le autorità religiose svolgono un ruolo fondamentale nel costruire una cultura di dialogo e di ascolto tra culture e fedi diverse. Oggi, come in passato, avvertiamo la necessità della vostra opera di bene, dell’educazione all’amore, che rappresenta l’essenza della fede. L’amore per la propria comunità, che si esprime nella solidarietà e la cura per gli altri. La cultura del dialogo e della fratellanza si ricerca anche nella tutela delle minoranze religiose, che ancora oggi incontrano limiti alla libertà di culto, anche nel Mediterraneo”.