Crisi di governo sempre più vicina: per scongiurarla Conte è pronto alle dimissioni

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Crisi di governo sempre più vicina e per scongiurarla è sceso in campo il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che chiede ad entrambe le forze politiche di governo e di in particolare ai loro leader, di operare una scelta chiara e di dire se hanno intenzione di proseguire l’azione di governo nello spirito del contratto e con una ‘collaborazione leale’. Senza risposte il premier è “pronto a rimettere il suo mandato”.

“Un anno fa giurai che avrei agito nell’interesse esclusivo della Nazione. Questo giuramento rimarrà sempre la mia stella polare”. Con queste parole Conte ha cominciato la sua conferenza stampa nella sala dei Galeoni di Palazzo Chigi. “Mi sono determinato ad accettare l’incarico come premier di un governo composto da due forze politiche così distanti – ha sottolineato – perché sicuro di poter attingere alla Costituzione e alle prerogative indicate per la mia figura”.Quanto al suo rapporto con il M5s, Conte ha chiarito: “Non ho mai giurato fedeltà né mi è stata chiesta alcuna attestazione di fedeltà. Ho interpretato il M5s come un movimento sano, ma non mi sono mai iscritto, sono un indipendente. Anzi, come premier, ci sono stati momenti in cui esponenti M5s sono rimasti dispiaciuti per tante decisioni che ho preso”.Il primo a rispondere al premier Conte, è stato Matteo Salvini: “Il governo va avanti se tutti mantengono la parola data. Tempo da perdere non ne abbiamo. Io non ho litigato con nessuno. Noi vogliamo andare avanti, la Lega c’è”, dice mentre il presidente del Consiglio sta ancora parlando ai giornalisti. Anche se avverte: “Il voto europeo è stato molto significativo, anche sui vincoli europei. I paramentri Ue non sono la Bibbia”.Dai 5Stelle interviene inizialmente uno dei ministri più bersagliati dai leghisti, Danilo Toninelli: “Leale collaborazione? Da parte nostra certamente sì. Io sono fiducioso”. Poi però – tanto per dare un’idea del clima – attacca Salvini sull’incidente di Venezia: “Siamo stufi delle sue sciocchezze”.

Un’ora dopo Salvini arrivano su Facebook le parole di Luigi Di Maio, che chiede subito un vertice, proprio quel vertice che finora Salvini ha sempre rifiutato e che potrebbe arrivare non prima di venerdì.
“Il Movimento 5 Stelle è la prima forza politica di maggioranza – ha sottolineato Di Maio, quasi a cancellare il responso delle Europee – e ha sempre sostenuto questo governo. Lo abbiamo sempre fatto lealmente e crediamo che ci sia ancora tanto da fare e soprattutto un contratto da rispettare. Noi siamo leali, vogliamo metterci subito al lavoro. Questa è l’unica maggioranza possibile”.

Poco prima di rispondere a Conte, Salvini su Facebook aveva scritto: “Noi non abbiamo mai smesso di lavorare, evitando di rispondere a polemiche e anche insulti, e gli Italiani ce lo hanno riconosciuto con 9 milioni di voti domenica. Proprio oggi ad esempio ho inaugurato col governatore Zaia il primo tratto della Pedemontana Veneta, opera fondamentale attesa da quasi trent’anni. L’Italia dei Sì è la strada giusta”.

E ancora: “Flat Tax e taglio delle tasse, riforma della giustizia, Decreto Sicurezza Bis, autonomia regionale, rilancio degli investimenti, revisione dei vincoli europei e superamento dell’austerità e della precarietà, apertura di tutti i cantieri fermi: noi siamo pronti, vogliamo andare avanti e non abbiamo tempo da perdere, la Lega c’è”.

La replica del Pd arriva dal segretario Nicola Zingaretti: “Conte ha ammesso la paralisi, il disastro e il fallimento del suo governo che noi denunciamo da settimane”. Il presidente dei deputati dem, Graziano Delrio poi rincara la dose: “Le parole di Conte hanno aperto ufficialmente la crisi di Governo. È lui stesso a averlo detto oggi con molta chiarezza rivolgendosi a Salvini e Di Maio e mettendo sul tavolo le sue dimissioni: il fallimento è certificato da coloro che lo hanno provocato”.

E intanto in barba all’appello di Conte sullo sblocca cantieri è già scontro tra M5S e Lega. Nessuna intesa sull’emendamento della Lega per fermare per due anni l’applicazione del codice per gli appalti. La riunione convocata a Palazzo Chigi dal premier Giuseppe Conte per trovare una mediazione si è interrotta a meno di un’ora dall’inizio per le divergenze sulla norma che modificherebbe l’articolo 1 del decreto sblocca cantieri.