Pnrr, Draghi tiene fuori Cashback e Superbonus. Polemica sull’addio a Quota 100

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Ieri il premier Mario Draghi ha illustrato alla Camera il piano nazionale di ripresa e resilienza e oggi il passaggio al Senato. Dal Pnrr, sono però stati esclusi tre dossier: Quota 100, Cashback e Superbonus.

Per quanto riguarda ‘Quota 100’, i pensionamenti con almeno 62 anni d’età e 38 di contributi termineranno a fine anno. Quindi si dovrà trovare una soluzione per gestire lo scaglione che si genererà tra la fine del 2021 e i primi mesi del 2022 quando l’età pensionabile sarà portata a 67 anni. Tra le ipotesi alternative a ‘Quota 100’, si pensa a misure mirate, per categorie di lavoratori impegnati in attività gravose e usuranti, accompagnate da un’ulteriore proroga dell’Ape sociale e di una ‘Opzione donna’.
La Lega tifa per una “Quota 41”, così come i sindacati che preferirebbero un meccanismo flessibile che garantisca la possibilità di uscire dal lavoro al traguardo del 41esimo anno di contribuzione a qualsiasi età. Tridico dell’Inps lancia la proposta: si potrebbe ragionare sulla divisione della pensione in due quote. In sostanza una contributiva, che si potrebbe anticipare e una parte retributiva che si otterrebbe solo a 67 anni. L’anticipo pensionistico per la parte contributiva si potrebbe dare a 62-63 anni – ha spiegato il presidente dell’Inps- mentre il resto, ovvero la quota retributiva la si otterrebbe a 67 anni. Si potrebbe poi pensare di chiedere un anno in meno di contributi per ogni figlio e un anno in meno ogni 10 anni di lavori usuranti/gravosi. Pasquale Tridico pensa che dovrebbe essere consentita un’uscita dal lavoro, con requisiti meno stringenti, utilizzando il “ricalcolo contributivo per garantire l’equilibrio attuariale” ma ci dovrebbero essere requisiti più bassi per chi fa lavori usuranti. Inoltre bisognerebbe tenere conto dell’aspettativa di vita diversa per i diversi lavori e bisognerebbe “abbassare a 2,5 il coefficiente (oggi a 2,8 ) rispetto alla pensione minima con 64 anni di età”. Tridico ha anche proposto un “pensionamento anticipato sperimentale” nel periodo post-pandemico per i cosiddetti “lavoratori fragili” (es. i lavoratori immunodepressi e i pazienti oncologici)”. Una riforma piuttosto fattibile, visto che si tratta di una platea non particolarmente estesa, che richiederebbe costi minori rispetto, ad esempio, a Quota 100. Infine il presidente rilancia la staffetta generazionale e l’utilizzo del contratto di espansione sostenendo l’ipotesi di estenderlo anche alle aziende al di sotto dei 250 lavoratori.

Altro tema stralciato dal Pnrr è il Cashback. Lanciato per favorire i pagamenti elettronici, dovrebbe restare in vigore , ma si starebbero valutando dei correttivi per evitare utilizzi impropri dell’incentivo. Le revisioni del Cashback e in particolare del Supercashback potrebbero entrare nella prossima legge di Bilancio. Non si esclude però e il Governo possa decidere di concludere il progetto Cashback con la prima scadenza del programma, ossia il 1° luglio 2021.

Fuori dal Recovery plan anche la proroga al 2023 del Superbonus 110% per l’edilizia. Il provvedimento non è stato tagliato come si vociferava nei giorni scorsi e il ministro dell’Economia e delle Finanze Daniele Franco si è impegnato a far entrare l’intervento nella Legge di Bilancio, per prorogarlo fino al 2023.

Dalla versione finale del Piano è saltata anche la creazione del Centro nazionale per le epidemie. Nelle bozze era prevista l’individuazione di un istituto che si sarebbe occupato del sequenziamento dei virus e delle esigenze di ricerca e sviluppo per la cura e il contenimento delle conseguenti malattie.