Manovra 2024 al rush finale. Oggi l’audizione di Giorgetti alla Camera

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Riparte oggi, dopo la pausa natalizia, l’iter della manovra 2024, che porterà al via libera dell’Aula, senza voto di fiducia, venerdì 29 dicembre. La commissione e Bilancio della Camera si riunisce questa mattina per valutare l’ammissibilità degli emendamenti, che poi saranno votati dalle 14 alle 19.

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti parteciperà, come richiesto dalle opposizioni, ai lavori ma relazionerà solo sulla legge di Bilancio e non sul Patto di Stabilità o sul Mes. Il ministro è disponibile a riferire sul Patto di stabilità, ha chiarito il presidente della commissione Giuseppe Mangialavori, ma non contestualmente al percorso parlamentare della legge di bilancio.

Da domani il testo sarà in Aula e il 29 ci sarà il voto finale. Il numero totale degli emendamenti di opposizione in Aula dovrebbe ridursi a un centinaio, in modo da non porre la fiducia e dare tempo per la discussione, come prevede un accordo raggiunto tra governo, maggioranza e opposizioni a Montecitorio nei giorni scorsi.

La manovra vale circa 24 miliardi di euro dei quali oltre 15 miliardi finanziati in deficit e destinati al taglio del cuneo (quasi 11 miliardi) e alla riduzione delle aliquote Irpef (poco più di 4 miliardi). Le due misure insieme portano un vantaggio in busta paga per i contribuenti coinvolti di circa 120 euro al mese.

Il primo capitolo della manovra che potrebbe essere in bilico è quello sul fisco. Per confermare il taglio del cuneo anche nel 2025 con un guadagno netto in busta paga di 100 euro al mese in media, il governo deve trovare 10 miliardi di euro, senza ricorrere al nuovo deficit come fatto quest’anno. L’obiettivo dell’esecutivo resta il rendere l’intervento sulle busta paga strutturale e non una tantum, come previsto in Manovra. Stesso copione per l’accorpamento delle aliquote intermedie Irpef previsto dall’avvio del primo modulo della riforma fiscale.

I bonus edilizi sono i contributi più a rischio e dove il governo interverrà con l’accetta. Già dal 1° gennaio il Superbonus sarà ridotto al 70% chi non ha concluso il 100% degli interventi. La maggioranza fino all’ultimo ha premuto per una proroga, ma ha trovato lo sbarramento del ministro dell’Economia, Giorgetti. Nel mirino anche gli altri bonus per la casa confermati nella manovra, sia pure con qualche ritocco. Fra le ipotesi c’è quella di fissare dal 2025 una soglia di reddito di 50mila euro per usufruire degli aiuti, con eccezioni per i nuclei numerosi.

In bilico anche gli aiuti che il governo ha messo in campo per aiutare le famiglie e le imprese a contrastare gli aumenti delle bollette di luce e gas registrati a partire dal 2022. Fino al 31 marzo resteranno in vigore i bonus sociali sulle bollette. Hanno conservato il bonus le famiglie con un reddito non superiore a 9.530 euro che lievita fino a 30mila euro con 4 figli o con componenti in condizioni di salute gravi. Il bonus costa circa 300 euro a trimestre. Ma non è detto che sarà confermato anche nella seconda parte dell’anno, perché negli ultimi mesi il costo delle materie prime ha continuato a scendere, portando le tariffe quasi ai livelli di un anno fa.