Manovra: aiuti a imprese e Tfr. Salta l’anticipo alla pensione di vecchiaia con fondi complementari

È arrivato in commissione Bilancio al Senato il nuovo maxi-emendamento del governo alla Manovra 2026. Il testo contiene le risorse per i crediti d'imposta, Transizione 5.0 e una Zona Economica Speciale; le misure sul Tfr, tra cui l'adesione automatica alla previdenza complementare per i neo assunti; il contributo da 1,3 miliardi di euro a carico delle assicurazioni, le risorse per il Piano casa e il rifinanziamento degli stanziamenti relativi al Ponte sullo Stretto di Messina. Salta, in ultimo, l'anticipo della pensione di vecchiaia con fondi complementari.

 
Torna nel nuovo emendamento la misura per l'ampliamento dei soggetti tenuti al versamento del Tfr al Fondo Inps per l'erogazione del contributo: dal primo gennaio si prevede che vi rientrino anche i datori di lavoro che, negli anni successivi a quello di avvio dell'attività, hanno raggiunto o raggiungano la soglia dimensionale dei 50 dipendenti. In via transitoria è, però, previsto per il biennio 2026-2027 che tale inclusione sia limitata ai datori di lavoro con un numero di dipendenti non inferiore a 60. Dal 2032 è invece prevista l'estensione dell'obbligo del versamento per le aziende con un numero di dipendenti non inferiore a 40.

Salta la possibilità di andare in pensione di vecchiaia anticipatamente cumulando gli importi di forme pensionistiche di previdenza complementare: si prevede un risparmio annuale fino a 130,8 milioni nel 2035 sulla spesa pensionistica nei prossimi anni. L'emendamento cancella la possibilità, in vigore dal 2025, di computare, su richiesta, anche il valore di una o più rendite di forme pensionistiche di previdenza complementare ai soli fini del raggiungimento degli importi mensili richiesti per accedere alla pensione di vecchiaia con almeno 20 anni di contributi e se si è pienamente nel regime contributivo. Dal 2033 è inoltre previsto un taglio di 40 milioni annui al Fondo per il pensionamento anticipato dei lavoratori impegnati in mansioni usuranti. La dotazione del fondo passerà quindi da 233 a 194 milioni annui.  

I neoassunti: a partire da luglio è previsto un meccanismo di adesione automatico alla previdenza complementare per tutti i neoassunti che avranno comunque la facoltà di rinunciare entro 60 giorni oppure, entro lo stesso termine, di scegliere un fondo complementare diverso. La relazione tecnica che accompagna l'emendamento indica l'impatto e la possibile adesione alla previdenza complementare.

Lo Stretto di Messina. Sono rifinanziati gli stanziamenti con complessivi 780 milioni nel 2032 e 2033. Il rifinanziamento, si legge nella Relazione tecnica, viene fatto “alla luce dell'aggiornamento dell'iter amministrativo e del non perfezionamento degli impegni relativi alle somme iscritte in bilancio nell'anno 2025 in conto residui rinvenienti dall'anno 2024”. L'incremento delle risorse nel 2032 e 2033 lascia “inalterato il valore complessivo delle somme autorizzate” si precisa.

 
I crediti d'imposta Transizione 5.0 e Zes (Zona Economica Speciale). L'emendamento conferma lo stanziamento di 1,3 miliardi per incrementare le risorse destinate al credito d'imposta Transizione 4.0, i cui fondi sono andati esauriti. Confermate anche le risorse aggiuntive, fino a 532,64 milioni di euro, per le aziende che hanno fatto domanda per il credito d'imposta per la Zes unica. Vengono inoltre incrementate le aliquote relative alla Zes unica per l'agricoltura, la pesca e l'acquacoltura. Per quanto riguarda il contributo a carico delle assicurazioni, si stabilisce che entro il 16 novembre di ogni anno, gli assicuratori versino a titolo di acconto una somma pari all'85% del contributo dovuto per l'anno precedente.

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