Manovra. Oggi il voto alla Camera. Protesta delle opposizioni: “Nessuna discussione emendamenti”

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La manovra è all’ultimo miglio. In nottata la commissione Bilancio della Camera ha approvato, con i voti della maggioranza M5s-Lega, il mandato al relatore sulla manovra, e oggi si attende in aula alla Camera per il voto di fiducia. Pd e forza italia però insorgono: “Nessun esame ai 350 emendamenti presentati alla legge di bilancio”.”Una manovra che, come certificato dall’ufficio parlamentare di bilancio, alza la pressione fiscale e diminuisce gli investimenti – tuona il capogruppo del Pd in Commissione, Luigi Marattin -. E che per giunta nasce sei giorni fa e viene approvata senza che i due rami del Parlamento abbiano potuto esaminarla. Direi un capolavoro, sia nel merito che nel metodo”.

Ieri sera ha parlato il ministro Tria in audizione in commissione Bilancio. Duro lo scontro con le opposizioni: “Mi avete massacrato per un’ora e non mi fate parlare, mi avete criticato per un’ora potrò rispondere alle critiche o no?”, sbotta il ministro. Alcuni deputati dell’opposizione reagiscono. “Massacrato a chi? Il governo è ospite del Parlamento”, replica Enrico Borghi (Pd). Il presidente della Commissione, Claudio Borghi, ha dovuto più volte richiamare all’ordine.

Il ministro Tria nell’audizione ha dichiarato: “Rispetto alla prima versione della Manovra, l’attuale versione riduce la spesa corrente del 2019 e non lo fa a scapito della spesa per investimenti”. Tria ha poi annunciato che il reddito di cittadinanza arriverà “dal primo aprile 2019”. Quanto a quota 100, la riduzione del fondo nel primo anno non cambia “impianto e impatto della riforma”.

Tria ha spiegato che l’accordo con l’Ue ha permesso al governo di raggiungere “il miglior risultato possibile sia dal punto di vista economico finanziario che politico, un risultato che conferma gli obiettivi fondamentali di riforma e politica economica del governo e li riconduce ad un livello di deficit” più basso “di quello preventivato”. Allo stesso tempo permette di avere uno “spread più vicino ai fondamentali dell’Italia, di pagare meno interessi e di ridare fiducia a consumatori e investitori”. Abbiamo evitato “l’avvio che sarebbe stato disastroso di una procedura sul debito”.

Reddito di cittadinanza. Secondo il ministro per il reddito di cittadinanza lo stanziamento necessario è stato “rivisto al ribasso senza modificarne minimamente la portata, sulla base del differimento della misura e dell’affinamento delle stime circa il numero effettivo di richiedenti, lasciando invariata la platea potenziale. I dettagli saranno inseriti in un decreto che verrà emanato a inizio anno, ma restano inalterati platea e entità massima”, ha ribadito Tria.

Il ministro ha parlato poi della riforma delle pensioni. Anche su quota 100 i fondi sono stati ridotti, ma non cambia “impianto e impatto della riforma” che consentirà di andare in pensione in anticipo “con 62 anni di età e 38 di contributi senza riduzioni dell’assegno” salvo gli effetti del sistema contributivo, ha dichiarato Tria. La “riduzione degli oneri – ha aggiunto – non incide sulla portata della misura” ed è “da ricondurre solo ad accorgimenti” come “il divieto di cumulo e il preavviso di 9 mesi per i dipendenti pubblici”.