Manovra, ok definitivo della Camera dopo la maratona notturna

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La manovra è legge. Il sì della Camera è arrivato alle 4:40 di questa mattina con 312 voti a favore, 153 contrari e due astenuti. Con decine di micronorme, molti rinvii e un impegno complessivo passato da 30 a 32 miliardi è dunque arrivata faticosamente al traguardo, dopo una lunga maratona notturna, la prima legge di bilancio giallorossa.

Nessun aumento dell’Iva, taglio del cuneo fiscale, lotta all’evasione, che si traduce in incentivi all’uso delle carte di credito, e stop al superticket dal primo settembre sono alcuni dei nodi principali sciolti dall’Aula non tra le proteste.

A pochi minuti dal voto finale, infatti, durante l’intervento di Leonardo Donno di M5S, i deputati di Fdi hanno esposto uno striscione con la scritta “M5S parlava di rivoluzione, ora pensa solo a mangiare il panettone”. Immediata la bagarre in Aula, con Federico Mollicone, tra i deputati Fdi che esponeva lo striscione, che decide di salite sui banchi e il presidente Fico che lo espelle tra i cori della maggioranza che urla “Fuori, fuori!”.

Il blocco dell’aumento dell’Iva è costato 23 miliardi di euro ed è la parte più corposa della Manovra che complessivamente vale 32 miliardi. Un aumento dell’Iva che, secondo i calcoli, sarebbe pesato per almeno 541 euro all’anno sui budget familiari. Stanziati, inoltre, 3 miliardi di euro per il cuneo fiscale nel 2020 e 5 miliardi per il 2021: da luglio arriveranno circa 50 euro in busta paga per i lavoratori al di sotto di una certa soglia di reddito.

Tre miliardi è anche la cifra che il governo, su spinta del premier Giuseppe Conte, ha annunciato per il “bonus della Befana” che nel 2021 dovrebbe premiare chi, da luglio 2020, paga con carta di credito. Incentivare l’uso delle carte, con una serie di norme inserite nel decreto fiscale che ha viaggiato in parallelo alla manovra, è la leva su cui il governo punta nella lotta all’evasione. Insieme all’inasprimento delle pene per i grandi evasori, con misure piu’ dure per carcere e confisca.

Tutte ridotte le microtasse (sulle auto aziendali praticamente azzerate) o rinviate. A farne le spese sono le tasse sulla “fortuna”. E i concessionari di autostrade, aeroporti e porti, con l’addizionale Ires del 3,5% per tre anni.

Mentre non paga dazio la sanità, che riceve anzi 2 miliardi in più per l’edilizia, e nuove assunzioni oltre allo stop al superticket. Per la famiglia arrivano 600 milioni in più, un piano per gli asili nido, il bonus bebé per tutti e pure un bonus per il latte artificiale per le mamme che non possono allattare. Molte misure saltano, alcune, come il rinvio del mercato libero dell’energia, ripescate nel Milleproroghe, altre, come la legalizzazione della cannabis light che la maggioranza promette di riproporre alla prima occasione tra le proteste, soprattutto leghiste.

Tra le priorità del provvedimento, spiccano anche le misure di tipo ambientale con il piano di investimenti per lo sviluppo di un Green New Deal italiano e le norme per il contrasto all’evasione fiscale incentivando soprattutto il ricorso ai circuiti di pagamento elettronico (bancomat, carte di credito). Diventa, infine, operativa anche la web tax sui colossi del web.