Sardegna: vince il centrodestra con Solinas, crollo del M5S

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Con oltre il 47,8% dei voti Christian Solinas è il nuovo governatore della Sardegna. Un risultato che sancisce la vittoria del centrodestra unito (vicino al 52%), il pesante tonfo del M5s (fermo all’11%) e una sostanziale tenuta del centrosinistra, al 33%. Il Pd è il primo partito dell’isola (con il 13%) ma non basta per spingere alla vittoria l’ex sindaco di Cagliari Massimo Zedda.

“Oggi ha vinto la Sardegna. Ringrazio i sardi della fiducia, è stato premiato il progetto di governo che abbiamo presentato”, sono le prime parole del governatore in pectore Christian Solinas che poi analizza il risultato facendo una valutazione secca: “Quattordici punti di distacco sono un dato incontrovertibile”.

Ad ammettere la sconfitta è il candidato del centrosinistra, Massimo Zedda, che sottolinea, comunque, il buon risultato del Pd nella competizione, primo partito e sopra il Movimento cinque stelle nelle preferenze. “Il risultato – dice in conferenza stampa  Zedda quando lo spoglio è oltre la metà – dà la vittoria al centrodestra. Ho provato a chiamare Christian Solinas e gli ho già mandato un messaggio per augurargli buon lavoro”.

Deluso invece il candidato del M5S. “E’ un risultato netto e chiaro e per il M5s non è quello delle aspettative, ma vorrei chiarire che non ero già convinto di perdere: sapevo già che sarebbe stata una partita molto difficile – ha commentato Desogus -. Una legge regionale per noi difficile, ma soprattutto siamo partiti da zero senza tutte quelle liste che sostenevano centrodestra e centrosinistra. Le frizioni con la Lega al governo? Penso che abbiano pesato poco o niente. I competitor erano strutturati, a destra e a sinistra, per mantenere il potere. Noi proponevamo altro”.

“Non dobbiamo enfatizzare – osserva Giuseppe Conte – il ruolo delle elezioni regionali: sono importanti per la Sardegna ma sicuramente non ritengo che dagli esiti possano derivare conseguenze sul governo nazionale”. Secondo Luigi Di Maio, “per il governo non cambia nulla”. Stesse parole scelte come un mantra anche da Matteo Salvini: “A livello nazionale non cambia nulla, il governo non è a rischio”. Al di là della tenuta dell’esecutivo, il commento del ministro dell’Interno punta a rilanciare l’orgoglio di partito: “Dalle politiche a oggi su sei consultazioni elettorali, la Lega vince sei a zero sul Pd. Anche in Sardegna, dopo il Friuli, il Molise, Trento, Bolzano e l’Abruzzo i cittadini hanno scelto di far governare la Lega”.

Il leader Silvio Berlusconi nei suoi colloqui post-voto: “La Lega al 12% e Forza Italia all’8% dimostrano che Salvini è stato ridimensionato e non è autosufficiente”. Dentro Forza Italia fanno notare che se in Sardegna il rapporto con la Lega fosse stato di 20 a 5, il Carroccio avrebbe avanzato pretese per la candidatura alla presidenza della Regione Piemonte. “Il centrodestra si conferma anche in Sardegna la maggioranza naturale degli italiani che in tutte le tornate elettorali regionali dopo il 5 marzo 2018 hanno premiato l’unità della coalizione. Sono soddisfatto, comincia una stagione nuova”, ha sottolineato Berlusconi.

Il risultato è stato commentato anche dal fondatore del M5s: “Perché non c’è la mafia in Sardegna? Perché tre sardi hanno tre opinioni diverse sulla mafia. Sono gli effetti che vediamo di una politica da vent’anni sbagliata. Perché prima si pensa alla pecora e poi ai pastori. È un’autonomia che non ha più senso. La democrazia e la politica si stanno decentrando, ma non sanno cosa succede nella periferia. Forse non siamo all’altezza, forse siamo principianti come dicono. Il Movimento è nato per dare uno strumento ai cittadini anche con Rousseau”.