Vinitaly, Meloni lancia il liceo del “Made in Italy”. Allarme Coldiretti: “Servono lavoratori”

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Il governo lavora per la creazione di un liceo del “made in Italy”. Lo ha annunciato la premier Giorgia Meloni da Verona, dove va in scena la 55esima edizione del Vinitaly. Parlando a un gruppo di studenti di un liceo agrario Meloni ha spiegato la sua idea lanciando anche una stoccata agli avversari politici, ammettendo che l’obiettivo è anche quello di “rimettere al centro gli istituti tecnici distrutti dalla sinistra per invogliare i giovani a fare i licei”.

Made in Italy. Ma in questo caso non c’entra niente Rosa Chemical e il suo tormentone ascoltato a Sanremo. La premier fa sul serio, vuole davvero creare un liceo che parli tricolore. “Per me questo è il liceo, perché non c’è niente di più profondamente legato alla nostra cultura” ha detto. Parlando del vino e della sua filiera, invece, l’esecutivo intende dare sostegno a un settore che rappresenta la prima voce attiva della bilancia commerciale del Paese, con una filiera da 530 mila imprese, 870 mila addetti e 31,3 miliardi di euro di fatturato. Al Vinitaly, d’altronde, si parla anche di business visto che sono protagoniste per quattro giornate oltre 4.000 aziende espositrici da più di 30 nazioni, 17 padiglioni occupati per 100mila metri quadrati netti.

Allarme Coldiretti. Non tutto però sembra essere così bello. A lanciare ben due allarmi per quel che riguarda il settore del vino è l’associazione di categoria Coldiretti, che parla del “giusto impegno dell’Unione per tutelare la salute dei cittadini che non può tradursi in decisioni semplicistiche che rischiano di criminalizzare ingiustamente singoli prodotti indipendentemente dalle quantità consumate”. Poi c’è la questione della manodopera. “Nei vigneti italiani servono almeno 20 mila lavoratori per garantire le operazioni colturali primaverili” dice l’associazione che fa appello a “studenti, pensionati o disoccupati” che vogliono trovare una occasione di reddito a fare un’esperienza a contatto con la natura. La natura italiana, certo. Quella che fa scuola più di un liceo.