Voto in Senato, ok alla separazione delle carriere in magistratura

Esulta la maggioranza di Governo. Scrive la presidente Meloni su X: “Un traguardo storico e un impegno concreto mantenuto a favore degli italiani. Governo e Parlamento hanno fatto la loro parte, lavorando con serietà e visione. Ora la parola passerà ai cittadini, che saranno chiamati ad esprimersi attraverso il referendum confermativo. L’Italia prosegue il suo cammino di rinnovamento, per il bene della Nazione e dei suoi cittadini. Perché un’Italia più giusta è anche un’Italia più forte”. Le fa eco il vicepremier e ministro degli esteri Tajani: “Finalmente è arrivato a conclusione il percorso legislativo per la riforma della giustizia, una giustizia al servizio del cittadino. Non contro i magistrati che, anzi, innalza il ruolo del giudice giudicante, ma accusa e difesa avranno gli stessi poteri. Anche il Csm non sarà più politicizzato, quindi non ci saranno scontri fra correnti ma ci sarà veramente un’amministrazione più serena, tutto a vantaggio del cittadino”.
Critica l’Associazione Nazionale magistrati. Secondo la Giunta esecutiva centrale “la riforma Nordio altera l’assetto dei poteri disegnato dai costituenti e mette in pericolo la piena realizzazione del principio di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge. Una riforma che non rende la giustizia più rapida o più efficiente ma la rende più esposta all’influenza dei poteri esterni. Una riforma che non aumenta il numero dei magistrati che resta tra i più bassi in Europa, né colma le lacune dell’organico amministrativo. Una riforma che non investe risorse per far funzionare meglio il sistema giustizia ma rischia al contrario di triplicare i costi con lo sdoppiamento del Csm e l’istituzione dell’Alta corte disciplinare. Le nostre preoccupazioni sono peraltro condivise anche dal relatore speciale sull’indipendenza di giudici e avvocati delle Nazioni Unite”.